"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

venerdì 5 febbraio 2010

V Riflessione Trasgressiva...

Dalla poesia alla ordinaria follia

L’impresa è una delle medie imprese che negli anni scorsi era il vanto di una delle nostre contrade. Della nostra provincia mi viene da dire. Nata da un operaio messosi in proprio, viene portata verso “magnifiche sorti e progressive” dal figlio. Chiamiamolo Giovani, così senza cognome, perché in quella provincia appartenere alla casta significava chiamarlo “Giovanni”. E lo chiamavano Giovanni anche i Direttori di banca.
Magnifiche sorti e progressive ...
L’impresa continua a crescere. Si indebita sempre di più perché necessita di crescente capitale circolante, perde piano piano di redditività perché cresce la competizione. Ma questi eventi sono il prezzo da pagare quando si cresce. E il Signor Giovanni non vuole rinunciare alla crescita. Per non rinunciare alla crescita continua ad investire. “Costruirò il più moderno stabilimento d’Europa” proclama. Ed aggiunge agli “amici” (sì insomma a tutti quelli che lo chiamano Giovanni, cioè quasi tutti) ridacchiando sotto i baffi “Tanto laggiù dove investo ci sono mille incentivi”. Investimento per lui significa, ovviamente, debito e non capitale.
Questa cantilena di crescita di fatturato ed indebitamento e calo di redditività si ripete noiosamente come una litania. Ma tutti ci vedono solo “magnifiche sorti e progressive”.
Poi viene l’occasione di fare il grande salto. “in quella terra un mio fornitore è nei guai, io lo compro. Così arricchisco la mia offerta con quel prodotto che loro fanno e io no”. E via con la campagna di …
Campagna gratificante: viene accolto come un salvatore della patria. La Regione che governa quella terra, ovviamente, entra nel capitale della nuova impresa che il Signor Giovanni ha creato per affittare l’azienda (la si compra dopo dal concordato o dal fallimento, lo sanno tutti. Così suggerisce anche il commercialista di provincia, che ha uno studio bello scintillante in provincia e che parla con quelli di Milano ... ).
Ma, poi, cominciano i guai. I lavori di costruzione dello stabilimento “più moderno d’Europa” vanno a rilento. E, poichè occorre servire ugualmente i clienti, allora si usano gli impianti appena affittati in quella nuova terra dove il Signor Giovanni è ancora di più il Signor Giovanni. Ma quegli stabilimenti non sono adatti .. Allora si genera la tragedia …
Il risultato finale: l’impresa madre perde 10 milioni. L’azienda nella terra di conquista ne perde 20. E le perdite si consolidano. Ma quella nella retta di conquista non era una società separata? Certo, ma le garanzie alle banche per questa società separata gliele ha data l’azienda madre …
Allora il Signor Giovanni prova a chiedere aiuto … Non la faccio lunga, ma arrivo all’oggi. Si forma una cordata professionale fatta dal Commercialista e dall’Avvocato di provincia con due advisors che sono gli amici di un piccolo banchiere d’affari che li usa per fare due soldi in proprio. Qualche affare può anche non passare dalla banca d’affari, vivaddio … La cordata professionale scrive il business plan che ha come cuore strategico la Swot Analysis (si insomma quella che usa quella piccola banca d’affari) e che dice sostanzialmente “nel passato abbiamo fatto un grande casino, ma ora ci stiamo ravvedendo e se ci aiutate (rivolto alle banche ovviamente) spostando il pagamento di interessi e il rimborso di capitale e ci date nuova, riusciremo a onorare i nostri impegni”. Il business plan è scritto in italiano, ma gli stati patrimoniali, i conti economici e i rendiconti finanziari sono scritti in inglese .. Stranezza? Ma no, sono fatti dagli analisti di quella piccola banca (che il banchiere d’affari fa lavorare gratis per gli advisor traffichini) finanza che usano un programma scritto in inglese …

Oggi cosa sta accadendo? Che la situazione va ogni giorno peggiorando. I due piccoli advisors stanno negoziando con le banche con lo stile tipico del faccendiere. Le banche sono incerte … L’occupazione va a ramengo …

La fine è già scritta: il business plan che è sostanzialmente una richiesta di ristrutturazione del debito potrà anche essere approvato dalla banche in barba al fatto che l’impresa fattura cento ha cento ottanta di debito e nessun utile …

Noi auguriamo tutti che questa impresa riprenda il cammino verso magnifiche sorti e progressive, ma non ci facciamo illusioni. Cioè sia noi che i nostri lettori sappiamo che non si restituisce nulla avendo cento ottanta di debito e non guadagnando nulla. La cosa starà in piedi solo grazie alla moratoria sui debiti eventualmente concessa.

Facciamo mille auguri, ma vorremmo trarre una morale ed una proposta.

La morale: tempi duri ci attendono. A quante operazioni di ristrutturazione del debito di questo tipo saranno costrette le banche? Quale sarà l’effetto sul medio termine? Le risposte le conoscono tutti: oggi le banche possono non mettere a sofferenza quei cento ottanta di debito. Ma domani, quando saranno diventati duecento, saranno costrette a farlo. Con effetti sistemici devastanti: altro che crisi da finanza sconsiderata.

La proposta: se i Direttori di banca, il commercialista e l’avvocato di provincia e gli advisor traffichini (ma anche la banca d’affari che fa usare la Swot Analysis dai suoi analisti), invece di, prima, ossequiare e, poi, cercare di sfruttare il Signor Giovanni ..
Ah in tutta questa vicenda quelli che ci guadagnano, degni eredi di Mao, sono il commercialista e l’Avvocato che si fanno pagare per seguire la richiesta di ristrutturazione del debito. E, poi, se le cose vanno male, ci guadagnano anche di più perché devono seguire le procedure concorsuali. E ci guadagnano gli advisor traffichini perché si fanno pagare profumatamente per stare dietro all’imprenditore in questi “momenti difficili”. Perché eredi di Mao? Perché come lui credono che “Quando la confusione è grande sotto il cielo, la situazione è eccellente” …

Dicevo … se tutti costoro che stanno guadagnando sui guai del Sig. Giovanni e, soprattutto, le banche che ci perderanno l’anima, avessero usato la nostra matrice di posizionamento strategico avrebbero assegnato alla impresa del Signor Giovanni un rating che si chiama “fatica del vivere”.
Anche senza sapere esattamente da dove viene questo valore di rating e cosa voglia dire esattamente si capisce immediatamente che è una sciocchezza investireste o ristrutturare il debito in una impresa che sta soffrendo la fatica del vivere! Usando la stessa matrice avrebbero potuto per tempo aiutare il Signor Giovanni a progettare strategie migliori della crescita senza cambiamento, solleticato dalle vanaglorie dell’avere lo stabilimento più moderno d’Europa o di essere il salvatore della patria in una terra lontana …

1 commento:

  1. a volte le storie, così semplici e lineari, rendono meglio l'idea che non tante tavole, tabelle, grafici, indici e così via. Non perchè , semplicemente, sono più ordinate ed intelleggibili, ma perchè, ogni impresa è fatta di uomini, di storie e dei racconti che questi fanno sulle imprese - non veri o falsi, ma veri per forza. Le imprese sono circondate e riempite di persone, le quali a loro volta, vivono di relazione, valori, desideri, atteggiamneti, che trascendono i numeri; a volte non li conoscono, a volte li fraintendono. ma nella concretezza di percezioni e sogni, c'è già scritto il sentiero che l'impresa sta percorrendo.
    e così bisognerebbe un pò rendersi conto che per cambiar le cose, non solo serve ragionar e bene di finanza, non solo è fondamentale costruire insieme una buona strategia di lungo periodo, è fondamentale guardarsi attorno, e relazionarsi con tutti gli stakeholders, consapevoli che l'interesse di tutti è la miglior cartina di tornasole della correttezza della via intrapresa e sopratutto, della sua efficacia, e poi, del resto, che saranno le persone a dover far bene, a realizzare e che il loro consapevole coinvolgimento, nelle azioni di tutti i giorni, è il volano principale della realizzazione.
    Parole, persone, comunicazione, visione, simboli, valori, relazionali, responsabilità, cambimento, sono la base di grandi romanzi, di belle vite, di giorni intensi, di vite da vivere e da raccontare.
    Aleph III

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