"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

mercoledì 17 agosto 2011

Io piccolo imprenditore normale

di
Francesco Zanotti

Mi immagino di essere un piccolo imprenditore “medio”. Non rappresento qualche eccellenza specifica, non sono uno degli imprenditori alla moda che vivono di interviste, di calcio e di gossip. Io e la mia gente siamo onesti lavoratori dotati di una professionalità normale. Da anni facciamo un mestiere che (ce ne accorgiamo, mica siamo tonti) sembra sempre meno interessare. Forse siamo troppi, forse il mondo è cambiato troppo … non so (e magari qualcuno ci aiutasse, aiutasse ciascuno di noi, non qualche media alla Trilussa, a capire …), sta di fatto che io sto vivendo una crisi di liquidità che sta peggiorando mese dopo mese.

Crisi di liquidità … espressione tecnica, ma blanda. Va caricata di umanità: riesco con fatica (e non sempre) a pagare gli stipendi, i fornitori, vengo pagato sempre più tardi dai clienti.  L’umanità consiste nel fatto che tutti costoro sono persone con i problemi esistenziali (oggi di sopravvivenza) che leggo nei loro occhi. Il mio patrimonio è oramai completamente in mano alle banche … Ah carissimi detrattori del fare impresa: quando capirete il profondo dell’animo imprenditoriale e la piantate di parlare di un profitto che non sapere bene nemmeno cosa sia?
Bene io piccolo imprenditore medio, non so che farmene di tutti quello che oggi lo scontro politico ritiene vitale. Cari Signori, approvate e fate pure tutte le cose che volete fare. Dio vi aiuti a farle tutte e, miracolosamente, subito. Ma a me non cambierà nulla! Io continuerò a veder peggiorare la mia situazione finanziaria, a mettere in crisi i miei dipendenti e fornitori. Voglio dirla tutta fimo in fondo: decidete pure di investire miliardi nella ricerca (forse, se specificaste quale ricerca, ispirata da quale scienza, sarebbe meglio). Speriamo che questa ricerca produca frutti. Il mio problema rimarrà invariato per un numero sufficiente di mesi a farmi fallire certamente.

Non vi interesso io? Perché per qualche ragione che non capisco, non sono un soggetto “sistemico”, cioè capace di innescare una crisi sistemica? A parte il fatto che non è vero che non sono sistemico perché io e i miei colleghi medi imprenditori, campioni di lavoro duro, ma non di gossip o di calcio, abbiamo dato da mangiare a gran parte dell’Italia e voglio vedere come si camperà quando noi saremo falliti. Ma supponiamo che a voi non interessi le conseguenze su dipendenti e fornitori. Allora pensate alle banche. Vi rendete conto che i veri titoli tossici per il sistema bancario italiano saranno i debiti miei e quelli di tutti gli imprenditori come me? Sono una marea montante che le banche stanno affrontando in modo burocratico: cercando di difendersi con barriere formali e normale inefficienza colpevole. Una piccola storia che sta accadendo ad un mio amico imprenditore “medio” anche lui. In due anni le banche non sono riuscite a decidere se rinnovargli i fidi o meno. Con procedure a dire poco assurde. In nome di una job rotation del tutto insensata, le banche cambiano i funzionari come le camicie. E, ovviamente, quando cambia il funzionario della filiale, si ricomincia la pratica da capo. Con assurdità organizzative come: sa abbiamo perso la sua documentazione, ce la può rimandare?

Cari Signori Governanti ed Economisti dal posto fisso e ben retribuito, continuate a pensare ai mercati finanziari o alle riforme istituzionali e vedrete come conciamo questi stessi mercati finanziari quando io e molti miei colleghi imprenditori falliremo.

Cosa mi servirebbe? Qualcuno che mi aiutasse a capire se il mestiere che facciamo ha ancora senso e, eventualmente, cosa possiamo fare di alternativo con le nostre persone e le nostre tecnologie di prodotto e processo. Cosicché noi si possa individuare e percorre subito una strada che ha qualche probabilità di farci aumentare la nostra produzione di cassa. Se, poi, è tardi per riuscire a rivoluzionare la nostra vita, ci si dia una mano a chiudere la nostra vicenda limitando i danni a noi ed a tutti coloro che lavorano con noi. Magari cedendo gli asset pregiati che ci restano a qualcuno che possa valorizzarli.

E’ troppo quello che chiedo?  

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