"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

sabato 17 novembre 2012

Confusione cognitiva …


di
Francesco Zanotti
f.zanotti@cse-crescendo.com  francesco.zanotti@gmail.com 

Su Plus24 (Sole 24 Ore) a pag. 3 leggo una auto pubblicità ad un prossimo volumetto, allegato allo stesso Sole 24 Ore, dal titolo “Analisi di bilancio”.
Cosa dice lo spottino? Che (cito letteralmente, quindi non mi fate carico di imprecisioni e italiano problematico) “Torna a contare … la competitività strategica loro mercati reali di beni e di servizi; la loro capacità di concepire, studiare e vendere buoni prodotti in concorrenza con altre aziende …” e tornano a contare, sostiene ancora lo spottino, molte altre cose che hanno a che fare con le dimensioni qualitative e future dell’attività di impresa. E fin qui, nulla da eccepire. E’ la conclusione che è sorprendete: poiché occorre fare attenzione alle dimensioni strategiche (che sono qualitative e rivolte al futuro) allora servono gli indici di bilancio.
Beh … ma è poco sensato. Il bilancio parla di dati quantitativi e di passato. Cioè dell’esatto contrario del futuro e del qualitativo.
Io credo che certamente le analisi di bilancio servono, ma solo per comprendere da dove sta partendo il futuro dell’impresa. Per parlare dell’impegno verso il futuro (che è da progettare) occorrono conoscenze e metodologie di strategia d’impresa. Esse sono state sviluppate apposta per analizzare strategicamente il presente e progettare il futuro. Sono i linguaggi per parlare strategicamente del presente e del futuro.
Purtroppo queste metodologie, queste competenze, questi linguaggi sembrano sconosciuti.
Come pensiamo che potrà accadere un futuro diverso dal presente se non disponiamo del linguaggio per parlarne? Se usiamo linguaggi che spostano la nostra attenzione sul passato?

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