"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

giovedì 22 novembre 2012

Intesa sulla produttività: aziende produttive o geniali?


di
Francesco Zanotti

Ieri è stato firmato un accordo sulla produttività dal quale tutti sembrano attendersi “magnifiche sorti e progressive”.
Ebbene, cominciamo a considerare quali dovrebbero essere queste sorti. A me sembra che la variabile fondamentale da considerare sia la produzione di cassa. Se non aumenta la produzione di cassa delle nostre imprese le chiusure si susseguiranno in un crescendo rossiniano devastante. Non basta un aumento del fatturato, non basta neanche un aumento degli utili, serve un aumento (e importante) della produzione di cassa. Che, dopo tutto, misura la “qualità” di fatturato e utili.
Bene le misure concordate ieri sera porteranno ad un aumento della cassa prodotta?
Beh, la prima considerazione è che manca la firma e l’assenso della CGIL e questo non lascia ben sperare dal punto di vista del clima interno alle fabbriche, soprattutto quelle grandi.
Ma supponiamo che l’influenza del mancato accordo delle CGIL non abbia influenza (supposizione ovviamente errata, ma accettiamola per evidenziare altri fenomeni).
Lasciando stare la CGIL; quanto aumenterà la produzione di cassa a seguito dell’intesa per la produttività? E in quanto tempo?
Bene, la risposta è ignota. Peggio: nessuno si pone questa domanda. E questo è incredibile.
Proviamo, allora, a tentare noi una risposta.
In termini generali, una riduzione di costi non significa necessariamente aumento della produzione di cassa. Al massimo e sul lungo termine, con la riduzione di costi resa possibile da questo accordo si avrà una riduzione (irrilevante) della quantità di cassa assorbita. A meno che i concorrenti (cosa che è praticamente certa) non annullino l’effetto di mercato di questa piccolissima riduzione di costi facendo altrettanto, se non di meglio. Ed allora non vi sarà neanche una riduzione dell’assorbimento di cassa.
Ma dopo queste considerazioni, scendiamo nello specifico?
Aumenterà la capacità di produrre cassa di tutti quei terzisti che hanno perso i loro clienti di riferimento? Ovviamente no!
Aumenterà la capacità di produrre cassa di tutte le imprese che producono prodotti-commodities che interessano sempre meno e che sempre di più vengono costruiti più efficientemente altrove? Ovviamente no!
Aumenterà la capacità di produrre cassa di tutte le imprese che non vengono pagate dalla pubblica amministrazione? Ovviamente no!
Aumenterà la capacità di produrre cassa di tutte le imprese importanti in crisi? Voglio dire: permetterà di risolvere il problema dell’ILVA, dell’Alcoa, della FIAT stessa? E’ necessario rispondere a questa domanda?
Aumenterà la capacità di produrre cassa solo delle imprese immaginarie che esistono nella burocrazia culturale dei macroeconomisti.
Vi saranno, però, file solo fuori dai negozi di chi immagina (magari costruendoci sopra un mito) e vende prodotti geniali. E queste file produrranno cassa rilevante.
Non serve un accordo per la produttività, serve un accordo per la genialità. Ma è possibile? Certo. Basta mettersi d’accordo su come buttare nel sistema delle imprese e nel sistema bancario le nuove conoscenze e metodologie di strategia d’impresa.

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