"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

lunedì 3 dicembre 2012

Anche la strategia è una lingua


di
Francesco Zanotti

Leggo oggi su Affari & Finanza di Emanule Marini, Export manager di Az Pneumatica. Conosce 34 lingue e considera le lingua una risorsa strategica fondamentale.

Come non essere d’accordo? Voglio, però, generalizzare. Non vi sono solo quelli che vengono chiamati i “linguaggi naturali”. Vi sono anche i linguaggi “tecnici” che servono per “parlare” di aspetti specifici della realtà. Come accade per i linguaggi naturali, la capacità espressiva, progettuale in questi aspetti specifici della realtà dipende dalla vastità e dalla profondità dei linguaggi tecnici che si conoscono.

Bene, anche le conoscenze strategico-organizzative sono un linguaggio. Sono il linguaggio per scrivere il futuro dell’impresa.
Purtroppo la conoscenza di questo linguaggio è ancor meno diffusa di quella delle lingue straniere.
Così accade che le strategie progettate e raccontate siano povere ed imitative.
Come quando si conosce poco una lingua straniera e si riesce, sì e no, a prendere un taxi, ordinare al ristorante, sopravvivere insomma. Quando si conosce a livello di sopravvivenza una lingua straniera non si scrivono romanzi …
Oggi le nostre imprese (non solo le PMI, forse più di loro quelle grandi) devono scrivere veri e propri poemi di futuro. Ma conoscono solo quelle poche parole che permettono loro di ripetere la loro storia di sempre. E’ una storia che, spesso, ha stufato e le costringe a competere sul prezzo, come accade per chi vende banalità che vengono da un mondo finito.

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