"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

giovedì 12 settembre 2013

Ingenuità strategiche

di
Francesco Zanotti


… o sciocchezze pericolose? Decida il lettore. Il tema riguarda la competitività. In particolare, quel pezzo di competitività che è il costo del lavoro per unità di prodotto.
Viene considerata una priorità il ridurlo. Solo, si dice, diminuendo il costo del lavoro per unità di prodotto si riesce a diventare più competitivi.
Allora prendiamo il vero ed inevitabile obiettivo di fondo: aumentare la capacità delle imprese di produrre cassa. La riduzione del costo del lavoro deve portare ad aumentare la capacità di produrre cassa. Altrimenti non serve a nulla.
Bene, nessuna riduzione ragionevole del costo del lavoro porta ad un aumento dei flussi di cassa.
Ridurre il costo del lavoro non porta neanche a vendere di più perché mentre noi si riduce, gli altri non stanno a guardare: cercano di diminuire anche loro. E si innesca una battaglia di costi e prezzi che non aumenta, ma diminuisce la capacità di produrre cassa. Di più: si attiva anche una stretta cognitiva. Tutti pensano solo a come far funzionare meglio le imprese di oggi e nessuno pensa a progettare le imprese di domani.
Se poi qualcuno chiede dove si prendono i soldi per ridurre, ad esempio, il cuneo fiscale, ci si sente rispondere che si può attivare una dura Spending Review. Ma, domanda ingenua: visto che la spesa pubblica fa parte del PIL, non è che, se lo Stato spende meno, si riduce il PIL?

Auguri Italia.

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