"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

domenica 9 marzo 2014

Minibond: sempre e solo sopravvivenza

di
Francesco Zanotti


La nostra ricerca sui “Minibond” ha evidenziato la voglia di pura e semplice sopravvivenza delle imprese. Non abbiamo trovato progetti di Sviluppo “alti e forti”. Piuttosto richieste non esplicite, ma sostanziali, di aiuti.
A dare “man forte” alla rinuncia al futuro arriva anche la grande accademia. Leggo oggi sul Sole un articolo a firma di Silvio Bencini e Guido Tabellini sui minibond che è oggettivamente, anche se inconsapevolmente, un supporto alla cultura e alla prassi della pura sopravvivenza. Che non hanno nulla di alto e forte.
I nostri due Autori descrivono i minibond solo dal punto di vista “tecnico”: come strumento per fare arrivare soldi alle imprese.
Non vi è alcuna osservazione sul problema di fondo: ma che se ne fanno le imprese dei soldi? Vogliono finanziare un progetto di sviluppo o vogliono sopravvivere?
Perché questa ricercata, costruita, praticata cecità verso il futuro?
Per mancanza di conoscenza! La capacità di progettare il futuro dipende dal patrimonio di conoscenze di cui si dispone. In particolare delle conoscenze e metodologie di strategia d’impresa.
Se non buttiamo queste conoscenze nelle mani di imprenditori e finanzieri (e accademici, a quanto pare), non si accorgeranno neanche che stanno cercando disperatamente di far sopravvivere il passato.
Vi è una frase rivelatrice nell'articolo di Bencini e Tabellini “L’accesso al credito non bancario è un problema soprattutto per le piccole e medie imprese, di cui è difficile valutare il merito di credito.”
Signori, è difficile se non si dispongono delle conoscenze e delle metodologie di strategia d’impresa. Se si usassero queste conoscenze e metodologie, si saprebbe fare molto di più che valutare: banche e imprese potrebbero costruire insieme e, sempre insieme, continuamente aggiornare, il progetto di sviluppo dell’impresa (il suo Business Plan). Certo se di queste conoscenze non si dispone, allora diventa tutto complicato: il futuro è solo un allungamento del passato, merita il credito chi è andato bene nel passato, il problema è solo come far sopravvivere le imprese fino a che non sarà passata la crisi.
Purtroppo la crisi è frutto del cercare di bloccare il futuro, di non volerlo vedere. Lo sviluppo può essere solo figlio di progetti alti e forti che possono nascere solo se chi li deve immaginare dispone delle conoscenze e delle metodologie per farlo.


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