"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

martedì 19 agosto 2014

Sistema bancario: rivoluzione o involuzione?

di
Francesco Zanotti



Leggo sul Sole24Ore di oggi un articolo di Antonio Patuelli (Presidente ABI) dal titolo: La rivoluzione del credito e i capitali privati per la ripresa.
A me, invece che una rivoluzione, sembra il capitolo forse decisivo di quel processo involutivo che ha costruito l’attuale crisi e che si chiama: rinuncia al fare impresa.
Innanzitutto la rivoluzione è solo normativa: l’integrazione dei sistemi bancari a livello europeo. Non è certo una rivoluzione nel modo di fare banca. Cioè: nei prodotti e nei servizi che la banca offre.
Forse questa rivoluzione verrà dopo la rivoluzione normativa … a sostegno e significazione della rivoluzione normativa … Ecco: no! Infatti, qual è la strategia che deve, secondo il Presidente Patuelli, accompagnare, significare la rivoluzione normativa? Il rafforzamento patrimoniale. Detto da lui esplicitamente: serve a poter sostenere le perdite.
Ecco la involuzione, la perdita del senso di fare impresa, la patologia imprenditoriale che genera la crisi.
Lo ripeto, perché anche a me sembra incredibile. La strategia è: aumentare il patrimonio per sostenere le perdite generate dalle sofferenze. Aumentarlo sempre di più per poter sempre di più sostenere le perdite … che, sotto sotto, si immaginano crescenti.
Ma una impresa ragiona al contrario: cerca di sviluppare un nuovo sistema d’offerta per trasformare le perdite in utili.
Questo atteggiamento imprenditoriale “normale” è possibile per le banche? Certamente sì! Anzi è esiziale non adottarlo.
Basta che le banche si dotino di metodologie di valutazione dei clienti di tipo strategico, invece che patrimoniale, economico e finanziario. Non solo per saper scegliere meglio i clienti, ma per generare lo sviluppo del loro sistema di clienti. Infatti le metodologie di valutazione strategica hanno come obiettivo la valutazione dei progetti di Futuro delle imprese. E, come tali, sono di stimolo alle imprese perché generino progetti di sviluppo alti e forti.
Una rivoluzione sarebbe quella di fare veramente l’impresa: usare metodologie di valutazione strategica che generano una nuova progettualità imprenditoriale nei territori.
La banca che diventa catalizzatore di sviluppo. Che genera la ripresa, non sta ad aspettare che ci pensi qualche di minore. Se le banche non attivano questa rivoluzione non risolveranno il loro problema di fondo che non è tanto la solidità patrimoniale (che, pure, serve), ma il fatto che gli stanno morendo i clienti.



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