"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

lunedì 5 gennaio 2015

Per parlare del futuro: non guardate il conto economico!

di
Francesco Zanotti

Per parlare del futuro dell’impresa, per prevederlo, per finanziarlo, si guarda certamente allo stato patrimoniale, ma da esso ci si aspetta di capire solo la solidità del presente, il punto di partenza verso il futuro. Per comprendere come sarà questo futuro, si guarda il conto economico.
Bene, si tratta di un errore di prospettiva esiziale.
Le ragioni sono due.

La prima ragione è che dallo stato patrimoniale si può leggere anche il posizionamento strategico attuale dell’impresa.
Una parentesi sul concetto di posizionamento strategico. E’ la “variabile” che permette di capire quale sarà nel futuro la capacità di generare economics dell’impresa. Essa è la “somma”, il “combinato composto”, dell’attrattività del mercato e del posizionamento competitivo. Per generare economics occorre operare in un business ad altra attrattività ed avere in quel business una posizione competitiva forte. Meglio se non ci sono competitors.
Come lo stato patrimoniale permette di conoscere il posizionamento competitivo? Un primo esempio: se i crediti verso i clienti sono maggiori dei debiti verso i fornitori (cioè dovete finanziare il circolante), allora state operando in un settore industriale povero e non siete certo i più forti. E il futuro non sarà roseo Un secondo esempio: se il vostro patrimonio netto non è cassa, ma è “immobilizzato”, significa … la stessa cosa. E il futuro sarà burrascoso.

La seconda ragione è che dal conto economico si legge solo quello che non sarà più. Ed allora, che senso ha studiare quello che non sarà più quando si è interessati (chi fornisce risorse finanziarie, soprattutto) a capire cosa accadrà nel futuro?
Dettagliando, la crisi di oggi è una crisi di significato. I prodotti e i servizi di oggi che hanno perso significato e funzionalità. Più brutalmente: interessano sempre meno. E questo significa che se ne comprano sempre di meno e si vuole pagarli sempre di meno. La conclusione è che i conti economici attuali, per buoni che siano, sono, innanzitutto, destinati a peggiorare e a peggiorare la struttura dello stato patrimoniale.
Per risolvere questa situazione è necessario riprogettare i business dell’impresa. Business rivoluzionati genereranno conti economici strutturalmente diversi da quelli passati. Genereranno conti economici che non avranno alcuna parentela con i conti economici attuali: i ricavi arriveranno da altre parti, la struttura dei costi sarà diversa. Questo significa che l’analisi dei conti economici già accaduti è una attività di archeologia economica fine a se stessa.

Ma chi finanzia, più generalmente, si relaziona con una impresa e ha bisogno imprescindibilmente di capire come saranno i conti economici futuri.
Come fare? Chiedete di vedere non un Business Plan “burocratico”, ma un Business Plan che descriva come cambia la definizione del business e come cambia, conseguentemente, il posizionamento strategico. Solo così potrete avere una idea di come varierà il conto economico e potete progettare come interfacciarvi all'impresa.
Uno slogan conclusivo: non studiate il conto economico, ma lo stato patrimoniale e il posizionamento strategico.




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