"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

venerdì 13 marzo 2015

A cosa servono le banche?

di
Francesco Zanotti


Vi siete mai chiesti a cosa servono le banche?
La risposta classica è: servono a raccogliere il risparmio e fornirlo alle imprese che lo devono “moltiplicare” per remunerare il servizio delle banche e i risparmiatori. E per garantire le risorse che servono a tenere in piedi lo Stato.
Le banche garantiscono anche prestiti personali, ma questo ha senso se le imprese funzionano, altrimenti questi prestiti personali non saranno restituiti.
Orbene, oggi il mestiere precedentemente descritto rischia di perdere di senso.
Meglio: acquista senso solo se ad esso se ne aggiunge un altro …
Più in dettaglio, per svolgere il loro mestiere tradizionale e non fare un casino d’inferno le banche devono scegliere le “imprese buone”.
Ma vi sono due problemi.
Il primo è che le banche non devono scegliere le imprese che sono buone oggi, ma quelle che saranno buone domani. E non hanno alcuno strumento per compiere questa selezione.
Il secondo è che saranno poche le imprese che da sole riusciranno a essere o diventare buone domani. Hanno bisogno di nuove conoscenze e metodologie di strategia d’impresa perché possano sviluppare quei Business Plan alti e forti che, soli, potranno garantire loro di essere “buone domani”.
Allora, il mestiere della banca (il fornire denaro) ha senso solo se, accanto ad esso, se ne aggiungere un altro: fornire alle imprese (e dotarsene loro banche per prime) conoscenze e metodologie di strategia d’impresa.
Insomma il mestiere del fare banca deve cambiare profondamente perché non basta fornire soldi, ma occorre anche fornire conoscenza.



Nessun commento:

Posta un commento