"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

lunedì 16 marzo 2015

Ma quale ripresa!

di
Francesco Zanotti


Rischia che mi venga l’invidia verso i complottisti. Almeno loro una progettualità sistemica la ritrovano, sia pure in disegni oscuri, ma complessivi di una qualche oscura intelligenza.
Purtroppo non sono complottista. E vedo nelle classi dirigenti solo banalità, con qualche desiderio di autorappresentazione.
Oggi tutti dichiarano che finalmente la ripresa è arrivata. Ma con che coraggio parliamo di ripresa? Innanzitutto, stiamo parlando di qualche incerto “zerovirgola”, che, certamente, non ha senso statistico perché sta dentro l’errore sistematico del processo di misura dei dati. Poi, e più importante, è una ripresina fantasma che dipende da una contingenza di fattori del tutto esogeni e certamente non duraturi.
Quando questa contingenza sparirà (proprio perché è contingente) ricadremo nella più cupa disperazione?
Io penso, invece, che la ripresa sarà solo la somma delle progettualità di imprese che si doteranno di progetti di sviluppo (Business Plan) alti e forti. Una somma che porterà a costruire una nuova società. Niente di meno potrà generare non una ripresa ma, appunto, una nuova società.
Se le cose stanno così, allora dove stia la banalità diventa evidente: si spera di far tornare il passato riformando (anche se non si è d’accordo sul come) lo Stato e lasciando così come sono le imprese.
Mi si permetta un paragone. E’ come avere atleti spompati e pensare che diventino campioni solo cambiando la scarpette che usano. Occorre una nuova generazione di atleti a cui ovviamente dovremo dare le scarpette migliori. Ma, prima, nuovi atleti: nuove imprese, le imprese attuali rivoluzionate, imprese capaci di costruire una nuova società.


2 commenti:

  1. Le nuove imprese possono nascere se vi sono le condizioni adatte per fare impresa, ma se queste condizioni mancano, le nuove imprese non nascono. Si può fare impresa con una tassazione vessatoria come l'attuale? Si può fare impresa accettando la competizione globale con imprese delocalizzate che pagano la manodopera anche qualificata un decimo della nostra? Si può fare impresa con una burocrazia studiata apposta per contrastare la nascita e lo sviluppo delle imprese? Si può fare impresa con un sistema finanziario riluttante ad erogare credito alle aziende? Detto questo si capisce che in Italia di ripresa vera non se ne può vedere l'ombra per i prossimi vent'anni.

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  2. Il mio pensiero è esattamente l'opposto di quello di anonimo (chissà poi perchè bisogna rimanere anonimi). Sono le imprese che creano la società. E' accaduto negli anni '50 quando le condizioni per fare impresa erano peggio di oggi. Le imprese hanno generato le risorse per costruire il sistema Paese. Certo se si elimina qualche ostacolo è meglio. Ma, ripeto, saranno solo le risorse generate dalla imprese che permettono di migliorare il sistema Paese.Io credo che il problema sia cognitivo: la sudditanza alla filosofia della competizione.Scrive anonimo contro la competizione globale etc.Ma quella competizione la subisce chi produce commodities che si possono fare in qualunque parte del mondo. Chi fa qualcosa di unico (e tutte le imprese che producono abbondante cassa fanno qualcosa di unico) non hanno paura di una competizione che per loro non esiste. Purtroppo siamo ancora legati all'attuale società ed all'attuale sistema economico. Se cerchiamo di conservarli avremo conseguenze disastrose. Non ultima quella di poter permeterci solo imprese protette e mantenute dallo Stato. Mipiacerebbe che anonimo controbattesse, ma firmando.
    Grazie
    FZ

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