"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

lunedì 22 giugno 2015

Manager, professionisti e... il "Curling"

di
Luciano Martinoli


Certamente conoscerete il Curling, lo sport invernale dove due squadre si affrontano lanciando delle pietre di granito con manico (le stone) per piazzarle in un'area per accumulare punti. La caratteristica più nota del gioco, però, è quella dei giocatori che con uno "scopettino" abradono il ghiaccio davanti al tragitto delle stone allo scopo di influenzarne la traiettoria. Man mano che la stone rallenta la loro azione è meno influente fino a diventare inutile, ovviamente, una volta che quella si ferma.
Ora immaginate due giocatori che si affannano con il loro attrezzo a strofinare il ghiaccio davanti ad una stone... ferma. Che senso può avere? Nessuno ovviamente ma è quello che fanno tanti manager e professionisti d'impresa nella loro attività.
La metafora è semplice: la "pietra" è l'azienda che ha un suo senso nel mercato (a ben vedere nella società nel suo complesso) quando essa si "muove", ovvero agisce nel contesto che ha scelto. Fin quando l'azienda ha una sua capacità autonoma di muoversi (produce cassa), azioni di contorno (quella degli scopettini del curling) hanno un senso: possono aiutare a modificare la traiettoria.
Ma quando l'azienda è ferma a cosa servono? 
Eppure oggi tanti manager, dentro, e professionisti d'impresa, fuori, ritengono che tali attività siano ancora importanti (perchè credono che magicamente l'azienda-stone riprenderà a muoversi da sola, perchè immaginano un forte vento che la scuota, perchè... solo quello sanno fare e non vogliono imparare a fare altro! ecc.).
Ma quali sono queste azioni da "scopettino"? La riduzione costi "a prescindere" da qualsiasi progetto di sviluppo, tanto per citare l'attività più inflazionata, la ricerca di un'efficienza sterile (l'azienda è ferma, che c'è da efficientare?), lo sforzo per gli adempimenti dovuti e/o desiderati, l'adesione a mode e trend di mercato o settore, e tanto altro. E' un proliferare di attività che lascia davvero basiti come lo sforzo dei giocatori di curling che si affannano davanti alla pietra ferma.

Accettando allora la metafora del curling, appare ovvia la prima e assolutamente necessaria azione: lanciare la stone. Basta, almeno per il momento, con le riduzioni costi, gli adempimenti, la ricerca di ricette più o meno magiche scopiazzate qua e là. E' necessario progettare seriamente il "lancio" con gli opportuni strumenti che incapsulano le migliori tecnologie. Dunque cambiare, o affiancare, il mestiere di sempre a questo imperativo indispensabile: rimettere in moto l'azienda riprogettandola.
Chi sta dentro, i manager o gli imprenditori, cercando gli strumenti più evoluti per fare "progetti d'impresa" (poi rappresentati in un Business Plan propriamente detto) e conoscendo per questo lo stato dell'arte della tecnologia di riferimento (la Corporate Strategy); i professionisti ricercando e proponendo tali strumenti (e anche per loro vale la regola di imparare lo stato dell'arte).

In difetto si corre davvero il rischio di apparire drammaticamente ridicoli: affannati e con la scopa in mano davanti alla stone ferma.


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