"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

lunedì 31 gennaio 2011

Di lontano, di sfuggita, un comizio della FIOM:non distruggete tutto con le ideologie!

 
di
Francesco Zanotti

Passando Venerdì 28 gennaio in P.zza Duomo a Milano, ho ascoltato la chiusura di un comizio della FIOM.E mi è venuta spontanea la voglia di urlare: piantatela di buttare via tutto per adorare idoli ideologici … E l’urlata non sarebbe stata diretta solo alla FIOM.

Certamente la Dirigenza della FIOM, soprattutto quella storica, si fa guidare da scorie ideologiche di un passato che dovrebbe essere lasciato quieto nei libri di storia. Ma in questa FIOM ho ascoltato anche il vento nuovo della voglia nuova di un nuovo mondo che potrebbe rompere per sempre con il passato.
Purtroppo a sostenere la vecchia ideologia anti impresa ed a permettere che essa soffochi tutte le voglie di nuovo, che in una società complessa serpeggiano in ogni gruppo umano, da’ un gigantesco contributo un’altra posizione altrettanto ideologica e superata: quella di Marchionne.
Credo che occorra avere il coraggio di dirlo forte: Marchionne rappresenta una visione del mercato e dell’organizzazione, della persona umana e della società che sono, oltre che economicamente devastanti, anche scientificamente superate.

Marchionne (e tutti coloro che considerano profetico il suo pensiero) pensa che il mercato sia fatto di competizione. E lo Stato è quell’istituzione che deve garantire che la competizione sia corretta e che deve supportare le imprese nel sostenerla.
Nella visione di Marchionne la società non esiste. Esistono le persone che sono o consumatori… Mi scappa una parentesi che, giuro, è rilevante. I consumatori … ma le auto non si consumano come pane e mortadella, si usano. Allora perché continuare a chiamare “consumatori” i clienti dell’auto? Perché tutti hanno ancora in testa il mondo dei bisogni igienici e le imprese che soddisfano questi elementari bisogni igienici. Ma le auto non sono questo tipo di beni. Tanto che la prima 500 non soddisfaceva bisogni igienici, ma era il simbolo di una nuova società “avvenente” (nel senso di adveniens).

Le persone, poi (sempre nel pensiero di Marchionne e seguaci), oltre che consumatori, sono anche produttori. E sono pregati di funzionare il più efficacemente possibile perché che quella che sta arrivando (quello che è "adveniens") non è una nuova società, ma una competizione sempre più dura. Il management è ovviamente quello che sa quale sia il funzionamento più efficiente possibile e i produttori sono pregati di realizzarlo.

Dove è sbagliata questa ideologia? Lo racconto indicando quale potrebbe essere una visione alternativa.

La società non è fatta di consumatori che hanno l’unico desiderio di soddisfare i bisogni igienici. E’ fatta di persone che hanno il desiderio di una nuova società e davanti a loro mille strade per realizzarla. Mille società possibili.

L’impresa è quell’attore che riesce a fare emergere un pezzo della nuova società. Mi spiego. Tornando alla mitica 500, la FIAT deve il suo successo al fatto che è riuscita a far considerare la 500 il simbolo di una nuova società. E l’acquistarla era come già essere in questa nuova società. Oggi chi compra la nuova 500 compra l’illusione di appartenere a quella fascia, residuale e barocca, di personaggi fatui che, non riuscendo a costruirsi una nuova identità nella sostanza, lo fanno con la forma. Progettata da altri.

Proponendo sul mercato questo tipo di prodotti si è certamente costretti a competere. Ed a competere in una competizione dove la variabile fondamentale diventa sempre di più il prezzo. Tutti sanno che una competizione di prezzo non si può vincere, ma porta al fallimento di tutti i competitori. Per chi volesse approfondire questi tempi da mesi vi è nel nostro sito disponibile un libretto “Un Expo della conoscenza per fare emergere una nuova società”.

Vincerà, invece, la competizione dell’industry dell’auto chi si rifiuterà di combatterla, ma riuscirà a generare una nuova proposta per il trasporto individuale, come ologramma di una nuova società.

Come farlo? Be’...  coinvolgendo la sua rete mondiale di collaboratori.
Sì, suoi dipendenti che vivono nella “pancia” di quella società fatta di mille nuove potenzialità di sviluppo.

Tanto questi dipendenti non possono essere solo produttori. Sono già costruttori concreti dell’organizzazione che il management sa progettare ed imporre solo nella sua dimensione formale. Ma che viene oggi giorno completata da una organizzazione “informale” fatta di valori, atteggiamenti e mille altre cose che generano i comportamenti reali. Cioè quelli che contano.


In sintesi perché quella di Marchionne è una ideologia errata? Perché guarda il mercato che c’è oggi e non quello che deve costruire per il domani. Perché si mette in conflitto con coloro che possono aiutarlo a costruire il mercato e l’organizzazione che può servirlo. Peggio di così ...

Conclusione: invece di combattere sul mercato e con la gente in una solipsistica battaglia destinata alla rovina, sarebbe necessario costruire una nuova grande alleanza non spartitoria, ma progettuale, con le persone per costruire un nuovo mercato.

All’inizio ho parlato di un’aria nuova che si respirava al comizio della FIOM. Ecco quell’aria è la risorsa sulla quale giocare. Da spostare dal conflitto alla cooperazione progettuale. Credo che tutti gli imprenditori di prima generazione sentano in cuor loro che le mie parole risuonano in profonda sintonia con la loro esperienza.

Perché all’inizio ho detto che questa visione è anche scientificamente superata? Perché se si guarda a tutta la scienza del ‘900, si scopre che essa è il tentativo (riuscito) di superare (non negandola, ma generalizzandola) la visione della scienza di Galileo. E il management di Marchionne è rimasto “galileiano”. E’ fondata sulla stessa  filosofia sulla quale è fondata la meccanica classica. Che va bene per costruire motori, ma non per guidare sistemi umani.

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