"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

giovedì 27 luglio 2017

Produttività e crescita: l'uovo e la gallina.

di
Luciano Martinoli


Il dibattito sui temi economici verte sempre sulle solite macro variabili (produttività, inflazione, crescita, eccetera) finendo nel classico quesito dell'uovo e della gallina e dimenticando la radice di tutti i mali della nostra economia.

Un intrigante articolo del New York Times mette in discussione l'opinione comune e diffusa che la mancata crescita economica sia dovuta alla mancata crescita della produttività. 
Volendola dirle in altro modo: è la bassa produttività che causa una crescita lenta o la crescita lenta è la causa della bassa produttività?

giovedì 20 luglio 2017

Denaro dalle banche: farmaci o droghe?

di
Luciano Martinoli


Il recente annuncio di una ripresa del credito bancario fa sorgere, sopratutto nel caso delle aziende, un interrogativo importante: questi soldi servono per farle stare meglio o semplicemente per farle sopravvivere?

L'ABI, nel suo consueto bollettino mensile, rivela che il credito a famiglie e imprese è aumentato rispetto lo stesso periodo dell'anno scorso. Certamente una buona notizia per le banche, ma quale è il significato per le imprese?

giovedì 13 luglio 2017

Le banche, il dito e la luna

di
Luciano Martinoli


I recenti eventi che riguardano il mondo bancario sono delle chiare indicazioni di una urgenza di profondo cambiamento del modo di fare banca. Purtroppo ci si limita a guardare il dito...

Le vicende toscane (MPS) e venete (Pop Vicenza e Veneto Banca) se da un lato hanno abbassato le preoccupazioni di “sistema”, dall’altro ripropongono il tema di fondo: quale “sistema”?
I termini della questione sono ben sintetizzati dall’intervento del Governatore Visco alla recente assemblea dell’ABI e possono essere riassunti, come ha ben fatto un articolo del sole24ore, in tre punti.

lunedì 10 luglio 2017

L'impossibile cambiamento senza fare i conti... con l'oste

di
Luciano Martinoli


Il dibattito pubblico sull’economia e sulle imprese è inficiato da miopia e contraddizioni che ne falsano il contenuto e ne rendono inefficaci le conclusioni. Ad esempio si prescinde sempre dalla capacità e volontà dei singoli soggetti: le imprese.

Mi avventuro in una breve e semplice analisi di alcune affermazioni contenute in un recente articolo apparso sul sole24ore a proposito di “elite” e di trasformazioni di “sistema”. Il tema che desidero analizzare parte dalla constatazione riguardante la polarizzazione 20-80, con il 20% delle imprese che produce l’80% della ricchezza e dell’export e non riesce ad “assumere la leadership della nostra economia”. Che significa? Che questo 20% di aziende dovrebbero acquisire le altre? Che dovrebbero salire in cattedra e “insegnare” alle altre come fare bene? 

venerdì 7 luglio 2017

Il bastone e la carota: vita da muli nel III millennio...

di
Luciano Martinoli


Si continua a parlare di abbandonare la modalità 'comando e controllo' per gestire le organizzazioni al fine di liberare creatività e conoscenza. Ma il dibattito poi si arena sul come fare. Una proposta da una prospettiva diversa.

E’ da qualche decennio che le riviste e i guru specializzati in management, strategia, gestione HR, ecc. auspicano, con voce sempre più grossa, il declino della pratica del “bastone e la carota” nella gestione delle aziende per favorire una maggiore responsabilizzazione di tutti i suoi dipendenti.
La rivista della London Business School (LBS), in un articolo dal titolo esplicito (“Reinventing Management”), afferma che “l’enfasi dominante nelle organizzazioni su strategia, strutture e sistemi soffoca le persone”.  Conseguentemente auspica uno spostamento verso “scopo, persone e processi in modo che le aziende abilitino ciascun individuo a contribuire significativamente usando le loro conoscenze e la loro creatività”. 

Gli fa eco un altro articolo, questa volta su Harvard Business Review, che ricorda, in modo molto appropriato, che i leader “sono incoraggiati ad utilizzare il bastone e la carota come strumenti motivazionali, dove il primo è il premio per l’obbedienza alle direttive la seconda la punizione per il contrario. Ma quando l’unico compito di un leader diventa l’obbedienza, quando cercherà di costringere gli altri a fare qualcos’altro, l’unico ad essere motivato sarà solo lui.”
Ma perché preoccuparsi tanto delle persone? E’ una questione di etica o vi sono motivazioni di business?

mercoledì 5 luglio 2017

Robocalypse now: deficit di idee e coraggio

di
Luciano Martinoli


Anche i banchieri centrali sono preoccupati del fenomeno robot e il suo impatto sul mondo del lavoro. Le risposte però si trovano in una direzione in cui non guardano nè loro nè le aziende stesse, come una recente ricerca sorprendentemente evidenzia. 

Qualche settimana fa i banchieri centrali di tutto il mondo si sono riuniti a Sintra, Portogallo. Uno degli argomenti di discussione, come riporta il New York Times, è stata la possibile “apocalisse” che i robot, intesi come software, apparati intelligenti e altro che possa sostituire il lavoro umano, potrebbero scatenare nel mondo del lavoro rendendo obsolete decine di categorie di lavoratori.
In passato, viene ricordato, progressi tecnici hanno creato sconvolgimenti temporanei migliorando però alla fine lo standard di vita di tutti e creando nuove categorie di lavoro. I macchinari agricoli hanno senz’altro tolto molto lavoro alla manovalanza contadina ma chi è rimasto a fare quel lavoro è stato pagato meglio e i loro pronipoti oggi possono permettersi di progettare videogiochi. 
Oggi cosa non sta funzionando?