di
Francesco Zanotti
Il nostro competere non è indifferente: costruisce la competizione che poi ci uccide. L’importanza dei modelli e delle metodologie di strategia d’impresa (la strategia d’impresa si dovrebbe progettare usando questi modelli e questa metodologie) sta, innanzitutto, nel farci comprendere questa dinamica “contro intuitiva” della auto costruzione di quella competizione. Quella auto competizione che tutti considerano, erroneamente, come sinonimo di libero mercato. Un mercato, invece, non è competizione, ma è un mare quantistico , (cioè autonomamente attivo, energeticamente inesauribile) di potenzialità.
In questo momento ferragostano di pausa propongo una riflessione su questo stranissimo tirarsi la zappa sui piedi che abbiamo definito “Ciclo di vita del valore”. Vi sono molti modelli di “Cicli di vita”, ma questo è radicalmente “opposto” a tutti gli altri. Mentre tutti gli altri considerano il ciclo di vita frutto dell’evoluzione dell’ambiente, la nostra proposta considera la costruzione e la successiva degenerazione del mercato completamente autocostruita. E questo cambia radicalmente la gestione strategica, proponendo conclusioni “incredibili”. Il futuro di una impresa è completamente prevedibile, ma è completamente ribaltabile. Se una impresa si lascia andare al gioco della competizione, allora seguirà il percorso di declino previsto dal ciclo di vita del valore. La stessa impresa potrà sfuggire da questo destino quando vorrà, progettando la costruzione di nuovi mercati.