"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

giovedì 29 settembre 2011

Mario Draghi e Alessandro Manzoni

di
Cesare Sacerdoti

“I Governi rilevanti devono fare la loro parte – ha sottolineato Mario Draghi, Presidente del Financial Stability Board alla riunione del Comitato Monetario e Finanziario del FMI il 24-9-2011- agendo con forza per rafforzare le posizioni fiscali e aumentare la competitività attraverso riforme strutturali con scadenze concrete” (da Rainews 24-9-2011)
Ma se tutti i Paesi aumentano la competitività, non succede come descrive magistralmente il nostro Manzoni al capitolo XIII dei Promessi Sposi, quando “tutti, alzandosi in punta di piedi, si voltano a guardare da quella parte donde s'annunziava l'inaspettato arrivo. Alzandosi tutti, vedevano né più né meno che se fossero stati tutti con le piante in terra; ma tant'è, tutti s'alzavano”?

lunedì 26 settembre 2011

Ricette per il superamento della crisi o banali pannicelli caldi?

di
Cesare Sacerdoti

Come in ogni periodo di crisi, ogni cittadino, ogni attore sociale, politico, istituzionale responsabile si chiede quali misure, azioni o attività debbano essere attuate per superarlo. È evidente che questo accade con ancora maggior rilevanza in questi giorni di fronte alla più grave crisi economico-finanziaria forse mai vissuta  e che colpisce direttamente oltre 1 miliardo di persone.
Nei singoli cittadini vi è la naturale tendenza a trovare ricette miracolose e politici che le mettano in pratica: in fondo ci sentiamo tutti allenatori e non smettiamo questa  ambizione quando parliamo di economia e di politica.
Un diverso, più profondo, competente, complessivo approccio devono avere i responsabili ultimi delle nostre sorti: dalle parti sociali, al Governo, al Parlamento. La mia impressione è che, purtroppo, le ricette che vengono proposte da coloro che reggono le sorti del nostro paese, dell’Europa, delle istituzioni internazionali, siano “pannicelli caldi”.

Le tante voci che si levano da ogni parte sono state sintetizzate da due media competenti e rilevanti: Il Mondo (del 23 settembre 2011), che riporta in copertina “13 idee per la ricrescita” e Il Sole 24 Ore con il suo manifesto di “9 impegni per la crescita”. Ho analizzato una per una queste proposte usando il criterio che mi sembra più rilevante:  le ricette che vengono presentate, aumentano la capacità di produrre cassa delle imprese oppure no? Aiutano a creare nuovi posti di lavoro?
Considero rilevante la capacità di produrre cassa perché è questo il parametro che dice se l’impresa riesce a pagare debiti, fornitori, dipendenti.
Se non paga i debiti (o almeno non li aumenta e paga gli interessi) esplode quella bolla finanziaria definitiva che nessuno osa prendere in considerazione: i debiti delle imprese. Se non paga i fornitori, idem come sopra, perché anche i fornitori sono generalmente imprese. Se non paga gli stipendi … beh è inutile specificare perché questo è forse il problema più drammatico.

venerdì 23 settembre 2011

La mobilitazione sociale … qualche appuntamento

di
Francesco Zanotti



Leggo sul Corriere di oggi a firma Giuseppe De Rita: “Si muova la classe politica …. Ma più ancora si muovano i soggetti più minuti e quotidiani dell’economia e della società …”.
Condivido per due ragioni. La prima è che, se aspettiamo la famose “riforme”, diventeranno nonni anche i nostri figli prima di vederle. La seconda è che queste riforme sono poco rilevanti.
Ma, dopo aver condiviso, dico che occorre tentare di capire in che direzione muoversi. Altrimenti si rimane a livello di esortazioni retoriche. Di prediche insomma.
Prima di fare una proposta, aggiungo un po’ di altre notizie raccolte sui giornali di oggi che riguardano i corsi delle materie prime. La sintesi di tutte queste notizie è: si sono fermati. Sono calate le richieste di materie prime anche nei Bric.
Credo che oramai sia evidente che l’attuale sistema produttivo mondiale non può espandersi più di tanto. Sia perché sta andando in conflitto sempre più pesante con la natura, sia perché la società è cambiata così profondamente che i manufatti che produce hanno sempre meno significato esistenziale e funzionale. Allora serve un altro sistema produttivo e un’altra economia complessiva. Perché anche la finanza è carica di guai di suo.
Questa osservazione indica la strada della mobilitazione: un grande sforzo progettuale da parte dei soggetti minuti e quotidiani dell’economia e della società.
Ma andiamo ancora avanti, perché anche parlare di “sforzo progettuale” rischia di essere teorico: come si fa a stimolare uno sforzo progettuale così intenso e profetico da riuscire a progettare tutti insieme una nuova società?

lunedì 19 settembre 2011

Alcune considerazioni nate leggendo “Dossier Lombardia” del settembre 2011.

di Cesare Sacerdoti


Il presidente della Compagnia delle Opere, Bernard Scholz, sottolinea che “l'innovazione e l'internazionalizzazione sono quelle leve che permettono di ripensarsi nel medio periodo, di valutare la propria tenuta organizzativa e di riprogettarsi per competere sul mercato globale”. Egli intravvede in questa sfida anche “ la necessità di un cambiamento di mentalità da parte degli imprenditori chiamati, in un certo senso, a riscoprire il valore della collaborazione e a superare la barriera dell'individualismo”.
Nel contempo il presidente di Unioncamere, Bettoni, dichiara che “in alcuni casi, a pesare, sia la mancanza di risorse umane, conoscenze e professionalità necessarie per affrontare i complessi temi della competitività”. Per Bettoni una strada possibile è quella “delle aggregazioni di imprese per la realizzazione di progetti comuni e condivisi” ma, personalmente, ritengo che tali aggregazioni non possano avere successo se  non siano frutto di  un nuovo piano strategico, innovativo, che sappia sì valorizzare le competenze, le capacità, le risorse delle singole aziende partecipanti, ma che individui nuovi spazi imprenditoriali.

venerdì 9 settembre 2011

Competitività? Ma perché chiamiamo anche le pere “mele”?

di
Francesco Zanotti

Se voglio indicare una mela uso la parola “mela”. Se voglio indicare una pera non uso la parola mela … Per descrivere cose diverse si usano parole diverse …

Nel mondo dell’economia sembra che questa regola non valga …
Si usa un’unica parola: competitività. E con essa si intende tutto il buono ed il desiderabile. Tutte le mele, le pere, le susine …

lunedì 5 settembre 2011

Tornare ad investire, ma dove? Per scoprirlo occorre investire su se stessi

di
Francesco Zanotti


Sul Corriere Economia di oggi Daniele Manca invita banche ed imprese a tornare ad investire. In particolare chiede agli imprenditori di individuare nuovi filoni di sviluppo. Ma una domanda sorge spontanea: come si individuano i nuovi filoni di sviluppo?
La risposta tradizionale è: la ricerca. Ma è una risposta retorica: ricercare cosa?
La scienza è in profonda trasformazione. Questa trasformazione renderà ipotizzabili mille mondi tecnologici. Quando si parla di ricerca, soprattutto se si vuole cercare nuovi mondi tecnologici come hanno fatto le grandi imprese di grande successo, occorre entrare dentro il travaglio della scienza e della tecnologia ed aiutare questo travaglio a “precipitare” in qualcuna delle nuove scienze e delle nuove tecnologie possibili.
Ma anche partecipare alla ricerca profonda non basta, occorre, poi, riuscire a concretizzare i nuovi mondi scientifici e tecnologici in prodotti (anche servizi, ovviamente) e sistemi di produzione. Forse questa è la parte più complessa.