Siamo convinti di vivere una crisi da funzionamento e cerchiamo di superarla adottando strategie di miglioramento dell’esistente. Siamo, invece, di fronte ad una intera ecologia di crisi di “significato”. Per superarla è necessario abbandonare ogni tentazione di conservazione ed attivare uno sforzo, intenso e diffuso di progettazione a tutti i livelli della nostra società.
Per contribuire ad avviare una nuova stagione di imprenditorialità, che ci sembra giusto definire
“aumentata”, abbiamo deciso di avviare un Evento di progettualità sistemica assolutamente inedito : il coinvolgere tutta la classe dirigente italiana in un impegno esplicito di riprogettazione
dell’universo industriale, economico, finanziario, sociale, politico, istituzionale.
Esso ha inizio con una serie di interviste alle elite imprenditoriali, politiche, istituzionali e culturali di questo nostro Paese.
Di seguito riportiamo una sintesi della prima intervista al dott. Fabio Cannavale di Bravofly . Si rimanda all’allegato per la versione integrale.
“In qualità di imprenditore investo in settori che abbiano un alto potenziale di redditività sia in Italia che in generale in Europa. Nel 99’ ero consulente McKinsey e in molti ci siamo resi conto di come Internet fosse il futuro: alcuni hanno fatto un fondo su internet altri si sono lanciati nell’ e-commerce. Bravofly è nata proprio con l’idea di entrare nel campo dell’e-commerce nel travel, da sempre il settore favorito in Italia per ragioni storiche e logistiche. Dapprima con alcuni ex colleghi sono entrato nella compagine azionaria di eDreams e, dopo aver venduto le quote, ho creato nel 2004 Volagratis con Marco Corradino, che avevo incontrato proprio nell’esperienza eDreams. La Net Partner di Boni e Appendino, invece, di cui io sono socio, ha esordito come fondo internet ed è arrivata a quotare in borsa sia Yoox che Mutui on-line.
L’Italia è un po’ indietro con l’e-commerce rispetto al resto dell’Europa, ma sono sicuro che in futuro raggiungeremo i livelli europei, perché non ci sono problemi strutturali di base. A livello di modello di business non ci sono grandi differenze tra Italia e il resto dell’Europa, soprattutto per quanto riguarda i voli. L’unica differenza che c’è nel travel è nei tour operator: l’unico settore in cui l’Italia è veramente indietro.
Per quanto riguarda l’education, l’Italia riproduce in piccolo il modello americano: i migliori cervelli del centro sud vengono al nord e vi rimangono. La scommessa è quella di dare le condizioni per permettere a queste persone di poter tornare a casa, ma potendosi esprimere. Un altro fenomeno diffuso è che molti italiani vanno a lavorare a Londra o negli Stati Uniti. Se non abbiamo un sistema che seleziona i talenti, gli altri paesi attirano le nostre migliori risorse.
Nei paesi più evoluti c’è un sistema accademico che funziona. La tendenza attuale degli Stati Uniti è la non specializzazione. Hanno un sistema multiculturale, sviluppano molti temi interessanti all’interno delle Università in collaborazione con grandi multinazionali. E’ un comportamento tipico degli italiani parcellizzarsi.
E’ un dato di fatto che in Italia sia in corso un cambio industriale. Sento dire “Se però dopo non si produce più? Una nazione non si può sostenere sul terziario”. Secondo me questa affermazione è sbagliata. Prendiamo ad esempio gli Stati Uniti: le prime due industrie sono il software e il cinema.
In Italia c’è già stata una prima rivoluzione industriale. Lo smantellamento del sistema industriale è un processo che sta già avvenendo e nemmeno in una maniera cosi traumatica.
Quello che occorre all’Italia sono progetti strategici, ad esempio nel campo delle infrastrutture.
D'altronde in un mondo che sta cambiando ed è sempre più orientato verso le nuove tecnologie il vero asset strategico sono le persone. Io ho un azienda molto innovativa nel business delle assicurazioni, delle vacanze e dei ristoranti. Il valore di fondo sta nel dare al cliente finale una soluzione moderna e questo tipo di competenze si trovano in Italia, dove ci sono due buone università e dove la gente è mediamente brillante. Sui telefonini siamo i leader mondiali, su Facebook abbiamo la più alta penetrazione al mondo, superiore agli Stati Uniti.
Noi abbiamo fondato il “First generation network”, che è un network informale per scambiarsi idee, informazioni dare supporto ai giovani imprenditori.
In Italia c’è un importante fatto culturale e demagogico: la gente media non si rende conto di quanto l’Asia sia economicamente e tecnologicamente avanzata. L’epicentro del mondo è ormai l’Asia, ma non ce n’è consapevolezza e di fatto persistono forme di razzismo da parte nostra.
All’università ho frequentato anche gruppi politici, al loro interno c’erano le persone meno brillanti che conoscevo. Tutte le persone ad alto potenziale sono diventati dirigenti d’azienda. C’è una forte dicotomia tra politica, istituzioni e mondo economico al meno per quanto riguarda la mia generazione e il centro nord, ovviamente salvo eccezioni. Gente di basso valore fa andare male un’azienda come un partito politico.”
Fabio Cannavale
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