di
Francesco Zanotti
Dimentichiamo anche le verità più elementari.
Almeno due, complementari.
La prima: i debiti (il debito pubblico) si possono pagare solo aumentando i ricavi (misurati, magari, attraverso un indicatore meno primitivo del PIL). Forse servono anche tagli (io credo di no, perché i tagli deprimono gli scambi e il cuore), ma certamente da soli non bastano. Se poi si promettono solo tagli (come sta facendo il governo Italiano) perché quelli veri li si faranno solo negli anni a venire, allora si rasenta anche la presa in giro.
Seconda verità elementare disattesa: per aumentare i ricavi occorre un Progetto di Sviluppo Paese. Non solo riforme strutturali, ma un Progetto di Sviluppo. Un Progetto di Sviluppo che indichi quale è la visione del futuro di un Paese, quale mission si vuole dare (cercando di capire quale può essere la sua vocazione profonda), su quali tipi di ricerca (per inciso: non basta parlare di ricerca, occorre dire quale. Vogliamo perseguire la riduzionistica ed anacronistica big science o cerchiamo di costruire una nuova scienza?) e di formazione si punta, quali saranno i settori di attività futura … Certo anche le riforme, ma dopo. Quando si è progettato il “meccanismo” che porterà ad aumentar i ricavi e a rendere disponibili quelle risorse che permetteranno di migliorare non di tagliare Stato Sociale e quant’altro.
Perché queste verità vengono dimenticate? La ragione è sistemica (rivelata dalla moderna teoria dei sistemi): è in atto un inevitabile processo di chiusura autoreferenziale di tutta la nostra classe politica, accelerata dal sistema dei media.
Come uscirne? Invitando tutti a costruire un grande Progetto di Sviluppo per il nostro Sistema Paese. Suggerendo agli altri Paesi di fare altrettanto.
Noi abbiamo una prima embrionale risposta per costruire un Progetto di Sviluppo per il nostro Sistema Paese: lo abbiamo chiamato Expo della conoscenza. Dal nostro blog si può scaricare il libretto che ne propone una prima descrizione.
Pubblico con piacere il commento del Prof. Gianfranco Minati:
RispondiEliminaSono ovviamente in completo accordo.
Viviamo in un mondo in cui il massimo impegno sembra sia quello di 'amministrare'.
L'attività è guidata dalle prospettive di mercato e dalle previsioni.
Si amministra l'economia, la scienza, l'arte, le idee ...
Non sono previsti fatti intrinsecamente nuovi.
Un sistema che ha come unica prospettiva quella di mantenersi non si svilupperà, riferendosi solo a se stesso, incapace di leggere l'ambiente e di capire i fenomeni di emergenza, cambiamento strutturale, che avvengono.
Questi commenti non devono risolversi in una predica. Ma diventare fatti, come la nostra iniziativa per l'Expo della conoscenza.