In preparazione della serata dell’11 febbraio proporremo qualche riflessione “trasgressiva”.
La prima riflessione è la denuncia di un paradosso: “ chi investe in una impresa deve traguardarsi con un futuro sempre più lontano nel tempo e sempre più rischioso, ma guarda solo e sempre al passato”.
Il futuro sempre più lontano nel tempo e sempre più rischioso
Tutti sono d’accordo che chi investe in un’impresa (a qualunque titolo) deve affrontare la sfida sul futuro. Infatti, tutti considerano ovvio che sia necessario investire solo in quelle imprese che, grazie proprio alle risorse finanziarie ricevute nel presente, sapranno produrre cassa (crediamo sia più utile parlare di “cassa”, invece che, genericamente, di “valore”) nel futuro. Una cassa che, ovviamente, deve essere sufficiente non solo per pagare le risorse produttive (i fattori di produzione, come usualmente si dice), ma anche per restituire e remunerare le risorse finanziare, a qualunque titolo, utilizzate.
Credo che tutti siano consapevoli anche della “cifra” della sfida del futuro. Si tratta di un futuro lontano nel tempo.
E’ lontano nel tempo il giorno in cui produrranno un ritorno gli investimenti di capitale, sia in imprese esistenti che in nuove imprese. E’ lontano nel tempo il giorno in cui giungeranno a compimento i cicli dei debito a medio termine.
Sembra più vicino al presente, il futuro per chi finanzia crediti commerciali. Ma si tratta di una illusione perché, in questo caso, il tempo del futuro è indeterminato. Infatti, è vero che ogni credito viene onorato in tempi brevi. Ma esso viene sostituito, quasi automaticamente, con un altro credito che da’ origine ad un altro finanziamento. Il risultato è che l’ammontare dei crediti e dei finanziamenti collegati rimane costante (quando non aumenta) nel tempo. E questo equivale a ipotizzare stabile nel tempo l’affidabilità di coloro ai quali l’impresa concede credito.
Da ultimo, tutti sono convinti che il parlare di futuri lontani è sempre più rischioso perché ogni domani sembra poter riservare sorprese anche rilevanti.
Il paradossale guardare al passato
Tutti sono d’accordo, tutti considerano ovvio usare il futuro come riferimento principale. Ma, poi, gli stessi tutti guardano al passato.
Infatti pensano al futuro come una continuazione del passato. E, quindi, il riferimento al futuro diventa quasi un riferimento retorico.
Su cosa si basa questo nostro giudizio?
Sul fatto che si legge la crisi come squilibrio da eliminare per tornare al percorso di crescita del passato.
Sul fatto che si investe solo sul passato e sulla stabilità
Sul fatto che gli strumenti che si usano per valutare gli investimenti valutano il passato.
Nei prossimi giorni esamineremo questi “fatti” in dettaglio …
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