"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

domenica 19 agosto 2012

Scandali bancari: perché non interessa capire …


di
Francesco Zanotti

Leggo un articolo di Massimo Mucchetti sul Corriere della Sera di oggi che riguarda gli scandali bancari.
Egli ritiene che il crescente numero di scandali sia dovuto al fatto che il sistema bancario mondiale è “malato”. Sostiene, poi, che esistono le cure (mettere nuove regole), ma pensa che non esiste la volontà politica per metterle in atto.

Letto questo articolo, mi sono accorto che viviamo una situazione paradossale: esiste una nuova conoscenza che permetterebbe una nuova visione dei problemi e nuove soluzioni, ma nessuno la considera.

In questo caso la conoscenza è costituita dalla teoria dei sistemi autoreferenziali. Essa spiega che quando si crea un sistema che si considera un’isola di pratiche e di competenze, esso è destinato, inevitabilmente e contemporaneamente, a gonfiarsi e perdere di senso. Genera inevitabilmente bolle.
Se ad un sistema di questo tipo di applicano nuove regole, semplicemente si scatena un diverso tipo di chiusura autoreferenziale. Si generano bolle in altro modo.

La soluzione? E’ quella di far emergere il sistema di regole. Concretamente, non si tratta di imporre nuove regole dall’esterno, ma di attivare un processo di progettazione sociale di un nuovo sistema di regole. Più lungo e complesso? Beh certo più breve e più efficace di un processo di imposizione di regole dall’esterno che dura moltissimo tempo ed è, inevitabilmente, la famosa montagna che partorisce l’altrettanto famoso topolino.

La visione e la soluzione che permette la teoria dei sistemi autoreferenziali hanno anche il pregio di evitare drammatiche derive conflittuali: dalli all’untore (politico o finanziere che sia).

Bene, ma se esiste una conoscenza che permette di guardare un fenomeno in modo diverso e di trovare soluzioni evitando derive conflittuali perché non la si usa?

Perché abbiamo dato ai giornalisti economici famosi l’etichetta di “esperti”. E gliel’abbiamo data proprio per la loro capacità di scovare (veri o presunti, come quelli di manzioniana memoria) untori. E così li abbiamo relegati in uno splendido isolamento che significa autoreferenzialità. Un esperto non deve far domande, deve solo fornire risposte. Ed è così assillato da continue domande alle quali deve dar risposte che non si accorge che continua ad usare sempre lo stesso patrimonio di conoscenze. Quelle di cacciatore di untori.
Se poi i problemi non si risolvono, bene: si generano occasioni per altre domande alle quali si continua a dare una risposta in termini di caccia al “cattivone”.

1 commento:

  1. Il prof Minati,Presidente della Associazione Italiana per la ricerca sui sistemi ci suggerisce altri punti di vista che potrebbero aiutare ad affrontare il problema al di là della caccia all’untore e dell’imposizione esterna di regole.
    " Ancora più semplicemente è il contrasto tra singolo e doppio loop in cibernetica.

    Si può regolare il primo loop come si vuole, ma per affrontare un fenomeno in cui è inefficace si devono cambiare le regole e non solo modalità di regolazione.

    DYSAM ne è poi una successiva elaborazione.

    In fisica vi sono aspetti classici e non-classici di uno "stesso" fenomeno.

    La dinamica strutturale metterebbe in crisi l'identità stessa dei fenomeni e dei sistemi.

    Aggiungo anche che una cosa è la modellizzazione multipla e dinamica -di natura abduttiva- dei fenomeni complessi in cui vi è emergenza di proprietà non-equivalenti ed un'altra l'invenzione, attivazione di emergenza.

    Nel primo caso di tratta di imprenditorialità scientifica (uso e invenzione di modelli), nell'altro di invenzione e attivazione di processi (realizzare un 'verbo' in modo diverso e con tecnologie diverse, es. calcolare, trasportare, comunicare, cambiare la temperatura, riprodurre, ....).

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