"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

mercoledì 16 gennaio 2013

L’imprenditore, il mare e un tram affollato


di
Francesco Zanotti


Fare impresa nel terzo millennio deve significare andare al di là di competitività, qualità ed efficienza che sono valori noiosi ed un po’ ipocriti.
Occorre vivere imprenditorialità, praticare progettualità e costruire significato!
Prima di spiegare questa tesi, eccovi come un poeta a cavallo tra ‘800 e ‘900 descriveva senza saperlo l’azione imprenditoriale.

Viandante son le tue orme
la via, e nulla più;
viandante, non c’è via,
la via si fa con l’andare.
Con l’andare si fa la via
e nel voltare indietro la vista
si vede il sentiero che mai
si tornerà a calcare.
Viandante, non c’è via
ma scie nel mare.
(Antonio Machado)

Ed ora veniamo alla prosa.
Oggi la prosa racconta di un perdersi dell’imprenditorialità …
Racconta di una competizione che trasforma il mare in un vecchio autobus sgangherato.

L’imprenditore che cammina per il mare non compete!

Ogni imprenditore si sente un navigatore solitario di mari inesplorati. Che osa l’inosabile. Che trascina l’organizzazione verso l’inosabile e che davvero costruisce la sua via che neppure lui mai più tornerà a calcare!

Nei mari inesplorati non si incontrano i chioschi della grattachecca. E non si incontrano neppure i concorrenti. Altrimenti sono inesplorati solo per gli imprenditori della domenica che durante la settimana fanno l’impiegato al catasto.
Quando, dopo la guerra, è stato creato il sistema industriale italiano gli imprenditori hanno trasformato le macerie delle bombe in un mare immenso dove tutti costruivano nuove rotte…

Ma oggi è costretto a sgomitare sul tram dei pendolari…

E’ affascinante guardare gli altri veleggiare liberi e avventurosi per il mare. Viene voglia di tentare anche noi. Ma solo un po’!
Correre per nuove rotte si rischiano secche, scogli e brutti incontri. Ed allora è meglio percorre vie già battute…
Ecco che il mare, lungo le rotte battute, è andato affollandosi! Guardandosi intorno l’imprenditore non vede più le onde, ma altri imprenditori. Che diventano sempre più numerosi. Tutti hanno lo stesso problema: il fatto che ci siano gli altri. Per non soccombere tutti cercano di farsi largo con lo stesso sgomitare: qualità, efficienza e flessibilità. I più deboli vengono calpestati, ma i più forti si trovano a combattersi sempre più duramente. Menando botte da orbi, gli imprenditori si sono arenati tutti insieme sul bagnasciuga.
Dalle caravelle di Colombo al tram dei pendolari che si contendono, sudati e puzzolenti, i sedili ed i finestrini. Ad aumentare la confusione sul tram è salito anche il venditore della grattachecca che pure lui ha abbandonato le onde di un mare che è tornato ad essere infinito, ma che nessuno percorre più.

Ed oggi veramente sgomita molto

C’è chi è più oppresso, chi ha trovato posto vicino ad un finestrino. Ma anche lui sente il puzzo di tutti e rischia che l’insistente venditore di grattachecca gliela versi sui pantaloni. Mentre il mare è sempre là fuori: da guardare e non navigare… Oggi vi sono anche dolci sirene che promettono paradisi fantastici.

Chi ha trasformato il mare nel tram costringendo il navigatore a competere?

Se i colpevoli che ammassano gli imprenditori nel tram della competizione sono la crisi, la globalizzazione o simili macro trend, allora non ci possiamo fare nulla.
Se non invocare la clemenza di Giove Pluvio o maledire il governo ladro che, insieme a Giove, è l’altro colpevole della pioggia, della fanghiglia…che ci aspetta caso mai il tram si dovesse fermare…


La competizione si fa con l’andare, cioè con il competere!
Una volta il mare era davvero infinito, poi è stato trasformato in uno stagno…
Il periodo in cui è nato il sistema industriale italiano è stato completamente dimenticato!
In quel periodo gli imprenditori sono riusciti in una grande opera di ricostruzione perché avevano proposte imprenditoriali forti. Il frigorifero, ad esempio. Era un prodotto che rappresentava non certo una innovazione tecnologica, ma molto di più: una nuova civiltà!
Era una innovazione esistenziale: di quelle che costano cuore e speranza, ma non soldi!
Poi abbiamo perso il coraggio del futuro. Abbiamo abbandonato le innovazioni esistenziali e ci siamo rifugiati nelle innovazioni tecnologiche. Alle quali non riusciamo a dare significato.
Il risultato è che ci troviamo con prodotti sempre più banali che, per poter essere venduti devono costare sempre meno.

Dobbiamo davvero smetterla di competere.

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