di
Francesco Zanotti
E’ scoppiata la grana
dell’ANIA. Che è come un ologramma della crisi delle altre associazioni
imprenditoriali. Ma non è una crisi di Governance è una crisi di significato,
quindi di mancanza di strategia.
Mi spiego con una
storia di cui sono stato protagonista.
Erano i primi anni ’90
e ho contribuito a sviluppare per ANIA una vera e propria strategia di sviluppo
del settore Assicurativo. Lo strumento era un Osservatorio Sociale per le Assicurazioni
che aveva come obiettivo quello di coinvolgere gli Attori Sociali (dai
consumatori ai sindacati.) nel progettare lo sviluppo del settore assicurativo.
Per la costruzione di questo Osservatorio Sociale avevamo raccolto il consenso
dei manager assicurativi più importanti e dei vertici dell’ANIA. Unipol non
faceva parte dell’ANIA, ma guardava con attenzione a questo progetto che era
molto coerente con la sua profonda ispirazione sociale. Ma, poi, come è finita? Come accade di solito: il cambiamento
dei vertici dell’ANIA e del mondo Assicurativo (non faccio né il nome dei “cacciati”,
né il nome dei subentrati, sarebbe sterile polemica) che contava hanno bloccato
il progetto. Figurarsi se nuovi manager approvano quello che è stato fatto dai
manager vecchi. Così, invece di 20 anni di cooperazione sociale per costruire
un futuro condiviso del settore assicurativo avendo come faro il sistema di welfare,
vi sono stati vent’anni di scontro con gli attori sociale. E di perdita di
ruolo politico-sociale dell’ANIA.
Morale? E’ il momento
che tutte le Associazioni imprenditoriali non tanto cambino Governance, ma si
costruiscano un proprio progetto di sviluppo (di senso, nel caso dell’ANIA: che
ruolo ha questa Associazione come l’ANIA, quindi che ruolo ha il settore
assicurativo, nello sviluppo del nostro Paese?) che dovrà essere molto più ampio
ed ambizioso di quello, pur eccellente, degli anni ’90. Non è tanto un problema
di regole quanto di progettualità. Il resto è tattica o conflitto di potere
personale.
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