di
Francesco Zanotti
La guerra aveva “semplificato” le esigenze di
auto realizzazione delle persone. Prevalevano i fabbisogni igienci fondamentali:
cibo, casa, vestiti, trasporto. Essi erano intensi, semplici e di tipo
funzionale.
Per soddisfare queste esigenze ben definite vi
erano risorse disponibili e di semplice, quindi potenzialmente diffuso,
utilizzo.
Le risorse erano le seguenti: finanziarie, energetiche, tecnologiche e cognitive.
Le risorse finanziarie erano resi disponibili dal
Piano Marshall.
Le risorse energetiche dall’Agip prima e dall’ENI
dopo.
Le risorse tecnologiche erano semplici e facilmente apprendibili attraverso il lavoro.
Le risorse cognitive sono state le più
importanti.
Innanzitutto vi era una visione condivisa della
società ideale: la società americana. Forse non dal punto di vista politico, ma
da quello di soddisfare le esigenze igieniche certamente. Si trattava della società
americana.
Poi vi era una visione semplificata dell’impresa
e del fare impresa.
Da ultimo, una comune visione del mondo di tipo “ingegneristico”:
la visione del mondo della fisica classica.
In quel contesto “ecologico” si è sviluppata la
generazione di imprenditori che ha costruito il nostro sistema industriale. Fatto
di imprese che costruivano prodotti adatti a soddisfare le esigenze igieniche
alle persone e che permettevano a chi lavorava in quelle imprese di comprare i
loro prodotti.
Sui risultati raggiunti dal nostro sistema
industriale si è costruito un sistema Paese in modo funzionale al miglior
funzionamento di quel sistema industriale. Poi cosa è accaduto? Che a quel
sistema industriale siamo sostanzialmente rimasti.
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