di
Francesco Zanotti
Traduco da “The New Univers and the Human future” di
Nancy Ellen Abrams e Joel R. Primack, pag. 119.
“ … noi non abbiamo un convincente, condiviso contesto
per i problemi che dobbiamo affrontare. Perseveriamo nel pensare localmente,
attraverso le noiose metafore dei nostri vecchi sistemi politici ed economici …
mentre gli effetti delle nostre azioni collettive si propagano in tutto il
pianeta ed oltre, lontano nel futuro ben al di là della nostra attuale capacità
di concettualizzare, comprendere e farci carico.”.
In questi giorni stiamo assistendo a puerili tentativi di
disegnare scenari, davvero con schemi concettuali poverissimi. Ad esempio, con
lo schema della competitività che porta ad affermazioni (si dice il peccato non
il peccatore) del tipo: “la priorità assoluta è aumentare il prodotto, cioè le
ore lavorate”. Altro che scenari planetari, siamo così accecati da schemi
cognitivi banali che non pensiamo neanche alle obiezioni più semplici: ma se
poi il prodotto non si vende o inquina irragionevolmente? E chi garantisce il
circolante necessario a produrre oggetti che stanno in magazzino? E molte
altre.
Ci aspettiamo che le nostre classi dirigenti rinsaviscano
e si dotino di nuove risorse cognitive che esistono abbondanti e diffuse?
Impossibile: sono obnubilati da una competizione (anche loro) che non lascia
loro alcuno spazio per studiare.
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