di
Francesco Zanotti
Ho davanti agli occhi la descrizione della situazione di Detroit che Massimo Gaggi fa sul Corriere del 20 Luglio. Come vedere
un futuro disastroso, ma possibile, crescere intorno a noi.
Come evitarlo?
Andiamo a leggere l’articolo, per altro pieno di
passione, di Patrizia Toia sul Sole 24Ore dello stesso giorno: ci si rende
conto di quando siamo lontano dal fare qualcosa per evitare lo spettro di
Detroit.
Voglio dire: la Nostra propone tutte le idee più di
moda … Ed è questo che preoccupa: sono idee certamente utili, ma non colgono in
nessun modo la sfida fondamentale.
In sintesi non è sfida tecnologica, finanziaria o
normativa. E’ una sfida cognitiva che nessuno vuole anche solo riconoscere. Se
non si vince la sfida cognitiva, è come se … mi si permetta di farlo con una
storiella.
Un romanzo breve di fantascienza, del quale non
ricordo l’Autore, racconta di una tribù umana, non si capisce bene se di un
lontano passato o di un altrettanto lontano futuro, che si trova a combattere
contro l’avanzata dei ghiacci. La loro
strategia è la fuga verso sud. Appena sulle montagne che chiudono a nord le
valli in cui di anno in anno provvisoriamente vivono appaiono i ghiacci che le
copriranno inesorabilmente, le abbandonano e migrano verso sud. Da anni questo
è il loro destino: fuggire da primavere che non riescono più a sciogliere gli
inverni. Fino a che arrivano all'ultima valle. La valle nella quale i ghiacci
appaiono anche sui monti che la delimitano a sud. Chiudendo ogni speranza
che esista un sud dove il ghiaccio non è ancora arrivato e dove la primavera
vince ancora l’inverno.
Oggi ci sentiamo tutti in quella valle, orfani
della possibilità di fuggire più a sud.
Continuo la storia a modo mio … I capi e gli
stregoni di quella popolazione cercarono tutti gli strumenti possibili per combattere
il freddo che stava per attagliare inesorabilmente quella valle. Ma il freddo
sembrava più forte di loro.
Fino a che … Il solito giovane che sa gridare “Il
re è nudo” rivelò il problema: ma perché guardiamo solo la terra? Proviamo
guardare verso l’alto. Così facendo
scoprirono una realtà incredibile: un universo infinito dove miriadi di pianeti che ospitano infinite primavere. Per non soccombere in valli dove i ghiacci della
crisi congelano ogni sviluppo, dobbiamo immaginare nuovi mondi.
Anche noi dobbiamo guardare da altre parti.
La terra che ci sta uccidendo di freddo è una visione
banale del fare impresa che spinge ad una progettualità altrettanto banale: si
cerca solo di competere sulle cose che si fanno oggi. O su piccoli
miglioramenti tecnologici e funzionali. O sulla speranza di trovare altrove clienti
che in patria non si trovano più.
Occorre ripensare a cosa si produce e come lo si
produce. Lo si può fare solo usando nuove risorse cognitive: le conoscenze e le
metodologie di strategia d’impresa. Sono i telescopi dentro il quale gli
aristotelici dell’economia si rifiutano di guardare, ma che ci possono fare
vedere nuovi mondi.
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