"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

lunedì 22 luglio 2013

Detroit e Patrizia Toia

di
Francesco Zanotti


Ho davanti agli occhi la descrizione della situazione di Detroit che Massimo Gaggi fa sul Corriere del 20 Luglio. Come vedere un futuro disastroso, ma possibile, crescere intorno a noi.
Come evitarlo?
Andiamo a leggere l’articolo, per altro pieno di passione, di Patrizia Toia sul Sole 24Ore dello stesso giorno: ci si rende conto di quando siamo lontano dal fare qualcosa per evitare lo spettro di Detroit.
Voglio dire: la Nostra propone tutte le idee più di moda … Ed è questo che preoccupa: sono idee certamente utili, ma non colgono in nessun modo la sfida fondamentale.
In sintesi non è sfida tecnologica, finanziaria o normativa. E’ una sfida cognitiva che nessuno vuole anche solo riconoscere. Se non si vince la sfida cognitiva, è come se … mi si permetta di farlo con una storiella.

Un romanzo breve di fantascienza, del quale non ricordo l’Autore, racconta di una tribù umana, non si capisce bene se di un lontano passato o di un altrettanto lontano futuro, che si trova a combattere contro l’avanzata dei ghiacci.  La loro strategia è la fuga verso sud. Appena sulle montagne che chiudono a nord le valli in cui di anno in anno provvisoriamente vivono appaiono i ghiacci che le copriranno inesorabilmente, le abbandonano e migrano verso sud. Da anni questo è il loro destino: fuggire da primavere che non riescono più a sciogliere gli inverni. Fino a che arrivano all'ultima valle. La valle nella quale i ghiacci appaiono anche sui monti che la delimitano a sud. Chiudendo ogni speranza che esista un sud dove il ghiaccio non è ancora arrivato e dove la primavera vince ancora l’inverno.
Oggi ci sentiamo tutti in quella valle, orfani della possibilità di fuggire più a sud.

Continuo la storia a modo mio … I capi e gli stregoni di quella popolazione cercarono tutti gli strumenti possibili per combattere il freddo che stava per attagliare inesorabilmente quella valle. Ma il freddo sembrava più forte di loro.
Fino a che … Il solito giovane che sa gridare “Il re è nudo” rivelò il problema: ma perché guardiamo solo la terra? Proviamo guardare verso l’alto. Così facendo scoprirono una realtà incredibile: un universo infinito dove miriadi di pianeti che ospitano infinite primavere. Per non soccombere in valli dove i ghiacci della crisi congelano ogni sviluppo, dobbiamo immaginare nuovi mondi.
Anche noi dobbiamo guardare da altre parti.
La terra che ci sta uccidendo di freddo è una visione banale del fare impresa che spinge ad una progettualità altrettanto banale: si cerca solo di competere sulle cose che si fanno oggi. O su piccoli miglioramenti tecnologici e funzionali. O sulla speranza di trovare altrove clienti che in patria non si trovano più.
Occorre ripensare a cosa si produce e come lo si produce. Lo si può fare solo usando nuove risorse cognitive: le conoscenze e le metodologie di strategia d’impresa. Sono i telescopi dentro il quale gli aristotelici dell’economia si rifiutano di guardare, ma che ci possono fare vedere nuovi mondi.


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