di
Francesco Zanotti
Aumenta il PIL dell’Eurozona
di pochi decimi … La domanda (sussurrata): ma siamo sicuri di avere strumenti
di rilevazione così precisi da apprezzare decimi di punto? La risposta (gridata):
ma certo che no! Ed allora di cosa stiamo parlando?
Poi, come tutti sanno, nel
calcolo del PIL si mette anche la spesa pubblica. La domanda (sussurrata): ma non
è che l’amento del PIL si dovuto forse ad un aumento delle spesa pubblica? Qualcuno
sussurra di sì. Se così fosse, non illudiamoci. Ecco la nostra reazione urlata
(cioè proclamata da tutti come necessaria): contribuiremo noi a eliminare
questo tipo di ripresa con la “Spending review” con la quale ridurremo la spesa
pubblica e, quindi, il PIL. Ma allora, ci stiamo auto prendendo in giro:
dichiarando due obiettivi conflittuali (aumento del PIL e diminuzione della
spesa pubblica)? Mi si potrebbe rispondere: ma aumenteremo ancora di più altre
componenti del PIL: consumi, investimenti, saldo commerciale con l’estero? Ma
di quanto dovranno aumentare queste voci per controbilanciare (non ancora
superare) la desiderata riduzione della spesa pubblica? Anche tenendo conto che
il ridurre la spesa pubblica significa, alla fine; rendere disponibili meno risorse
per consumi e investimenti.
Il grido finale: abbiamo costruito
parametri di riferimento che costituiscono una gabbia quasi insormontabile di
contraddizioni. Uno splendido contributo al non capire nulla e allo sviluppo di
politiche contraddittorie e generatrici di crisi.
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