"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

mercoledì 7 agosto 2013

Cento miliardi di surplus commerciale, ma il resto?

di
Francesco Zanotti
Marco Fortis sul Sole 24 Ore di oggi: “Italia nel <<club dei 100 miliardi>> di surplus commerciale”.
Notizia positiva certamente che l’Italia sia tra le sole cinque economie del G20 a presentare un surplus strutturale manifatturiero.
Ma non basta, anzi rischia di essere fuorviante.
Innanzitutto il problema non sono le imprese che generano il surplus commerciale. Ma le altre. Moltissime altre non hanno alcuna possibilità di rimanere sul mercato a causa del fatto che producono prodotti poveri a prezzi impossibili. E nessun mettersi in rete, neanche se vengono portate all'estero in carrozza gratis, rende i loro prodotti almeno accettabili.
Queste moltissime altre sono, da sole, in grado, in un prossimo futuro, di mettere in crisi il sistema bancario e di generare ulteriore e diffusa disoccupazione.
Poi vi sono altre imprese che vengono giudicate falsamente eterne. Il caso emblematico è quello della FIAT che vende un prodotto che dovrà subire un drastico ridimensionamento nelle quantità prodotte e nel suo significato esistenziale. Anche il lusso è problematico: sta cambiando l’antropologia che giudica il lusso desiderabile e i marchi del lusso meritevoli dei prezzi che chiedono.
Da ultimo, ma forse il fattore più importante: l’attuale tipologia di prodotti e di sistemi di produzione e di trasporto sono del tutto incompatibili con la Natura.
Concludendo, si può risolvere la crisi solo attraverso una nuova ed intensa progettualità strategica che porti ad una riprogettazione complessiva di sistemi industriali ed economie.

E l’urgenza prima è diffondere le risorse cognitive che permettono questo salto di qualità nella progettualità strategica.

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