di
Francesco Zanotti
Sul Sole 24 Ore di oggi un articolo di fondo del Prof Quadrio Curzio. La sua tesi è che una vera ripresa verrà solo da un “significativo intervento europeo per rilanciare grandi infrastrutture”.
Mi permetto di dissentire
per almeno due ragioni.
La prima è che non sappiamo
quali infrastrutture serviranno nel futuro. Infatti, la possibilità di produrre
beni materiali e energia “localmente” e il cambiamento dell’antropologia della società
industriale (conseguenti e generanti nuove modalità di trasporto e produzione)
cambieranno completamente le esigenze di trasporto fisico: sia di materie prime che di merci e di persone.
Ci serviranno infrastrutture
comunicative, ma anche queste non potranno essere solo un potenziamento di
quelle attuali.
La seconda ragione è che il cambiamento
fondamentale che dobbiamo fare è nella struttura cognitiva della nostra
società. Stiamo ancora usando la infrastruttura cognitiva della società
industriale. E da essa non riusciamo a liberarci. Se non ce ne libereremo e ci
arricchiremo di una nuova struttura cognitiva, non riusciremo a riprogettare
una nuova società.
Ma cosa è una nuova
struttura cognitiva? Solo degli esempi. E’ costituita da nuove conoscenze di
strategia d’impresa che possano moltiplicare la progettualità imprenditoriale. Così
da immaginare, per esempio, i nuovi sistemi di produzione e di trasporto
coerenti con la nuova antropologia della società post industriale. Ma anche per
immaginare nuovi sistemi di servizi, un nuovo welfare etc. E’ costituita da una
nuova visione del mondo che permetta agli economisti di uscire dal circolo
vizioso della battaglia per le risorse finite. E’ costituita da una nuova
cultura organizzativa che sappia attivare e gestire processi di auto sviluppo
delle organizzazioni. E’ costituita da un superamento della visione galileiana
della scienza che porta ad assurde “teorie del tutto” in campo fisico,
genetico, nelle neuroscienze etc. Quel superamento che, credo, farebbe lo stesso
Galileo se, vivendo ai nostri giorni, conoscesse tutto quello che oggi
conosciamo.
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