di
Francesco Zanotti
Ci si attendono mirabilie dai Big data.
Guido Barbujani sulla Domenica del Sole 24 Ore descrive questa speranza molto chiaramente, relazionando di una esperienza molto interessante: quella della DeCODE Gentics che ha sequenziato il DNA degli islandesi. L’obiettivo era, come scrive Barbujani: “leggiamo a più non posso DNA, qualcosa verrà fuori.”.
In realtà non è venuto fuori molto. Si è, ad esempio, scoperto una variante genetica che aumenta le probabilità di sviluppare il morbo di Alzheimer, ma, dice l’Autore, lo si sapeva già.
La conclusione dell’Autore è inevitabile “… per dare senso ai dati bisogna porsi le domande giuste, escogitare strategie originali, immaginate soluzioni, modelli teorici".
Quello che è vero nel mondo biologico è vero, a maggior ragione, nel mondo dei sistemi umani, nell'organizzazione e nelle imprese. Sono i modelli che usiamo che danno senso ai dati.
Occorrono disporre di modelli ed approcci più sofisticati e non più dati.
Che è, da sempre, l’obiettivo della ricerca che è il fondamento della nostra proposta consulenziale.
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