di
Francesco Zanotti
Il Sole 24 Ore, in un articolo a forma Isabella Bufacchi, fa il punto sul Piano Juncker.
Ad oggi l’unica impresa italiana a beneficiarne
è l’acciaieria Arvedi. Ovviamente poco anche per un Piano (quello di Juncker) che
rischia di essere troppo piccolo.
Ma lo si può usare più intensamente, per quello
che può dare? Certamente sì. Ma, e qui siamo alle solite, solo per imprese
bancabili.
Ma quali sono le imprese bancabili? Quelle che
hanno una storia positiva alle spalle, un reputazione da “establishment” e più
grosse sono meglio è.
Cioè sono bancabili imprese “tradizionali”.
Questa scelta strategica è scellerata. Infatti,
le imprese tradizionali in un mondo che cambia sono le più rischiose. Sono
bancabili oggi. Ma i soldi vanno restituiti domani. E, checché ne dica il poeta,
“del doman” una certezza c’è: che sarà radicalmente diverso da oggi. Quindi il
fatto di essere bancabile oggi non offre alcuna garanzia sul fatto di
restituire i soldi ricevuti a prestito.
Occorre allora spostare il discorso sul domani.
Le imprese da finanziare oggi sono quelle che saranno bancabili domani. Esse
possono essere sia bancabili oggi, ma anche no! Il discriminante non deve
essere “bancabili oggi o no”. Ma è l’avere un Piano di sviluppo alto e forte
che le faccia produrre cassa domani.
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