di
Francesco Zanotti
Oggi tuti i giornali parlano di IntesaSanPaolo e Generali come due
giganti che, con la corte dei loro azionisti, stanno combattendo battaglie
epocali. Ma queste cose si facevano negli anni ’80 e non sono state certamente
foriere di sviluppo. Sono state vere e proprie armi di “distrazione di massa”
Per approfondire prendo
come riferimento l’articolo di Alessandro Graziani sul Sole 24 Ore di oggi. Il
dott. Graziani sostiene che ogni operazione societaria (IntesaSanPaolo che compra
le Generali) deve avere soprattutto un significato industriale. Salvo poi
dichiarare che se la soluzione della battaglia appena accennata fosse che se uno dei
due contendenti (o tutt’e due) finiscono in mani straniere questo si ripercuoterà
sulla gestione de debito pubblico perché il Governo non avrà più potere di “moral
(e anche molto più forte di Moral) suasion". E, quindi, auto contraddicendosi perché introduce un criterio non certo societario
per giudicare una operazione finanziaria.
Ma lasciamo stare questo
dettaglio. La domanda che mi pongo e pongo socialmente è: ma cosa si intende
per Piano industriale? Diamine, mi si risponderà: lo sanno tutti. Bene a tutti
coloro che dicono “lo sanno tutti” chiedo: provate a darmi almeno l’indice dei
temi che dovrebbe trattare un Piano industriale. E, poi, provate a trovare un
criterio per valutare la qualità di un Piano industriale. Credo che nessuno di
quelli che discutono sui media di Piani industriali sappia rispondere a questa
domanda.
Ed allora tutto perde di
senso. Le operazioni finanziarie non sono altro che la riedizione delle scalate
degli anni ’80 che sono finite con l’essere vere e proprie armi di distrazione
di massa del management e degli azionisti dal loro compito primario di
costruire lo sviluppo strategico ed organizzativo delle società ad essi affidate.
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