di
Francesco Zanotti
Il riferimento è ad un articolo apparso oggi su Corriere Economia di
Daniele Manca. Egli sostiene che le regole (dal Job Act a qualunque altra
regola) sono certamente utili (necessarie), ma non bastano (non sono
sufficienti). Nel dire cosa manca, però, non arriva fino in fondo …
Certamente è un bel passo
avanti ammettere esplicitamente che le regole da sole non bastano. Ad esempio
porta a chiedersi: quali altre azioni può fare un governo per costruire
sviluppo economico al di là del fare riforme o, aggiungo io, fornire incentivi
fiscali?
La proposta del Dott. Manca
è che occorrono “ … grandi aziende in grado di trainare con sé in termini di
prodotto, di innovazione e di competitività, la filiera del valore delle piccole
e medie imprese.”.
Ma credo non basti. Innanzitutto,
se le grandi imprese non ci sono, o non sono sufficienti, siamo nei guai. E,
poi, se tutto un sistema di imprese vive solo del successo di poche imprese-guida cosa accade se queste vanno in crisi?
Io credo che il discorso centrale debba essere quello della progettualità
strategica. Il problema di fondo è che, mediamente (e quando si fa un
discorso complessivo è la media che conta) sono i sistemi d’offerta delle
imprese a perdere di senso. La madre di tutte le soluzioni è allora una nuova
stagione di progettualità strategica. Per attivarle è necessario fornire sia il
top manager delle grandi imprese sia agli imprenditori il patrimonio di conoscenze
che servono a questo scopo: le conoscenze e le metodologie di
strategia d’impresa che sono loro del tutto sconosciute. Lo dimostra il
continuo ed ossessivo richiamo alla competitività che è stato la metafora centrale
della strategia d’impresa negli anni ’80, ma oggi è completamente superata.
Ora la questione è: chi fornisce
alle grandi e piccole imprese e, aggiungo, al mondo della finanza che potrebbe
e dovrebbe finanziarie i progetti di ristrutturazione strategica, le più
avanzate conoscenze e metodologie di strategia d’impresa?
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