di
Francesco Zanotti
Il riferimento è ad un articolo apparso oggi sul Sole 24 Ore a firma Paolo Bricco e Marco Ferrando.
Pregevole, ma si cita il problema (l’esigenza di costruire un nuovo rapporto tra
banca ed impresa), non si propone una soluzione …
Credo che nessuno
contesti l’esigenza di costruire un nuovo rapporto tra banca ed impresa. Credo che
tutti condividano le conclusioni, certamente espresse con chiarezza, a cui
giungono gli Autori.
Ne riporto i tratti essenziali
…
“In un contesto tanto contraddittorio
e privo di un baricentro, ecco che il completarsi della parabola della fine della grande impresa … e la perdita di identità e di efficienza del
sistema bancario .. disegnano il profilo di un paesaggio industriale e
finanziario che nel suo insieme non ha
una direzione strategica e non ha un progetto sistemico …”.
Bene. Condividiamo tutti
tutto. Anche se qualche domanda ce la facciamo: se il sistema bancario ha perso
di identità ed efficienza perché lo affidiamo sempre agli stessi manager che
hanno generato questa perdita di identità ed efficacia?
Ma lasciamo perdere. E
poniamoci una domanda più importante. Dobbiamo recuperare capacità e spessore
progettuale a tutti i livelli, ma come si fa? Solo dichiarando che è necessario
farlo?
A noi sembra di avere
una proposta: occorre fornire a manager ed imprenditori nuove risorse cognitive.
Esse sono costituite dalla conoscenze e dalla metodologie di strategia d’impresa
che oggi sono del tutto ignote. Ma anche, almeno, i rudimenti delle scienze
umane perché si possano realizzare i progetti che vengono sviluppati.
Sarà possibile discutere
di questa proposta che, tra l’altro, se non mi sbaglio, è l’unica in campo per
risolvere la crisi così lucidamente descritta da Bricco e Ferrando?
Nessun commento:
Posta un commento