di
Francesco Zanotti
Stamattina sulla banchina della metropolitana ... Alzo gli occhi verso nuovi schermi da poco installati e vedo uno spot del Governo.
Una ragazza (Dolcemente carina, del tipo “acqua e sapone”), seduta su di una scalinata della quale non si vede il contesto (da dove viene, dove porta), con aria spersa. Si guarda intorno come a cercare non sa neanche bene lei cosa e le arriva (non si sa da dove e da chi) un libro. Lo apre (dolcemente, ovviamente) e, poi, sorride non più spersa su di una scalinata che sembra nascere nel nulla e nello stesso nulla scendere. Appare una scritta: Diritto al futuro …
E la pelle mi si accappona, il sangue mi sale alla testa …
Ma come, il futuro è un diritto che qualcuno graziosamente concede ai giovani o crudelmente glielo toglie??? Ma dai ..
Il futuro è, innanzitutto, un destino! Accade inevitabilmente, biologicamente. E’ un destino che attende tutti e che le nuove generazioni dovranno vivere da sole, perché le vecchie generazioni se ne saranno andate!
Allora il futuro è una responsabilità. Ed è una responsabilità che i giovani esercitano ogni giorno, anche se non se accorgono. Sono le loro idee e i loro comportamenti di tutti i giorni che costruiscono il futuro. Se saranno idee banali e comportamenti passivi si ritroveranno un futuro tristissimo. Se saranno idee piene di speranza, visione e i comportamenti saranno costruttivi e generosi, allora si ritroveranno veramente a vivere sotto nuovi cieli che illuminano e proteggono una nuova terra.
Certo che le vecchie generazioni possono minare le speranze di futuro, ma, ancora una volta, tocca ai giovani di impedirlo. Giovani buttiamo all’aria buona un presente stantio, soffiamo via tutta quella polvere mefitica che una polverosa classe dirigente lascia che si depositi sulla marea montante di mille nuove opportunità di futuro … Ma quali opportunità? Ecco le mille nuove conoscenze che vengono sprecate e che costituiscono i linguaggi e le strade per il futuro.
Proviamo a farci carico del futuro. Il futuro sarà anche una responsabilità, ma, quando si comincia anche solo a desiderare di costruirlo, diventa una responsabilità emozionante. Di quelle che fanno scoprire, meglio, costruire il senso della vita.
Dedicato a Chiara, Riccardo e Samira … I giovani che hanno scritto i post prenatalizi del nostri blog. E che, forse, si faranno vivi anche a commentare questo post.
Un grazie per questa esortazione a prendere consapevolezza del nostro destino e delle infinite potenzialità che abbiamo di cambiarlo nella maniera che più ci piace. I nostri post pre- natalizi erano pieni di speranze e di sogni. Ora sta a noi giovani trovare il modo di concretizzarli insieme attivando una progettualità che vada aldilà di piccoli miglioramenti banali e marginali, ma ci permetta di conoscere davvero il mondo, di rispettarlo e ci renda liberi e responsabili di vivere al suo interno da protagonisti.
RispondiEliminaHo ripensato all'immagine dello spot e più ci penso e più mi sembra molto bella invece... Il sentirsi spaesati e privi di riferimenti è una condizione comune a molti giovani oggi e non è detto sia una cosa negativa. Avere troppe certezze può essere controproducente ed è proprio una profonda crisi di identità che spesso ci permette di evolvere e trovare la nostra strada. Per farlo abbiamo bisogno di una guida, nessuno ha mai realizzato nulla da solo, senza l'aiuto di grandi maestri. Accade fin dalla scuola invece che ci affianchino nel nostro percorso delle "anti guide", persone che, spinte da buoni propositi, ci inculcano il senso di responsabilità e dovere di ripercorrere le vie del passato. Cosa può esserci di più utile di un buon libro, della conoscenza per aiutarci a trovare la spinta a creare il nostro futuro?
RispondiEliminaIn questi giorni sto leggendo un libro, banalotto e noioso. Ma come sempre non tutto è da buttare. Una frase, ad esempio, mi ha colpito; me la sono scritta sul quaderno. La rivolgo a tutti i giovani che leggeranno questo post: “If you think you are too small to have an impact, try going to bed with a mosquito in the room”.
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