"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

lunedì 17 giugno 2013

Un commento sui "presidenti" di Assolombarda

Riceviamo dal Dott. Stefano Pollini, e con piacere pubblichiamo, un commento al post Il nuovo presidente Assolombarda... dell' universo parallelo.

Dire che il mio voto andrebbe all'universo parallelo è scontato.
Anche scontato è dire che il voto sarebbe finalmente pienamente convinto.

Quello che mi chiedo è perché nessuno, nessuno dei politici, industriali, sindacalisti o altri... in nessuna trasmissione faccia mai una riflessione del genere che è quasi ovvia (senza nulla togliere alla vostra profondità di pensiero).
Ovvio in particolare il tema della crescita e della società industriale che non può crescere in modo infinito (in mondo di risorse finite).
La crescita è una metafora presa a prestito dal mondo naturale e non c'è nulla che cresca di continuo. Le piante e gli animali crescono velocemente all'inizio e poi si stabilizzano cercando un nuovo ordine. Guai se crescessero di continuo.
Questo fatto banale però non viene mai affrontato. Come mai? Quali sono le buone ragioni del presidente di Assolombarda reale?
Qui faccio fatica a rispondere. Forse è troppo duro questo salto? Forse è questione di paura?  
Di abbandonare tutto quello che si è fatto fino adesso?
A me sembra che la questione profonda - o una delle questioni - sia legata al senso del lavoro. Io partirei da qui.
La riflessione sull'Ilva mi ha lasciato sconcertato per esempio. Finalmente dopo anni di inattività si fa qualcosa e si critica quello che si è fatto? Ma i temi ambientali, il futuro, sono problemi solo a parole? Si dice che bisogna  riscoprire l'etica e la passione del lavoro: e anche questa è etica.
Si dice che bisogna valorizzare il rispetto delle regole e poi si dice che le regole barocche sono le vere nemiche della legalità. Le regole non si possono rispettare sono quando fanno piacere. Uno può lavorare per cambiarle ma fino a che ci sono le rispetto (Socrate docet).
Anche in questo breve brano ci sono quindi una serie di contraddizioni stridenti (in quello Assolombarda reale).
Imbarazzante anche il fatto che prima si dice che si parte da noi e poi si indicano le cose che devono fare gli altri.

Per fortuna poi ci sono tante aziende reali che invece lavorano davvero bene, innovano, riflettono, si aggiornano, investono in conoscenza e nonostante la crisi e il governo funzionano bene e assumono. Questo mi fa per fortuna avere un minimo di speranza nel futuro.

Oltre al fatto che ci sono anche tante persone come voi che riflettono su questi temi e magari qualcosa si riesca a cambiare.


Un abbraccio e buon lavoro

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