di
Francesco Zanotti
Immaginate un mondo carico
di infinite nuove potenzialità di futuro che attendono solo di essere
concretizzate.
Immaginate una classe
dirigente che non se ne occupi, perché troppo impegnata a contendersi i mercati
esistenti (la competizione economica) e il potere sulla società esistente (la competizione
politica).
Accade che queste
potenzialità si concretizzano per conto loro, ma non sono capaci di coagularsi
nel disegno di una nuova società. Allora diventano minacce che bussano,
improvvise e sconosciute alla porta delle classi dirigenti.
La imprevedibilità e la turbolenza sono figlie
del disinteresse verso i nuovi mondi che ci stanno sbocciando sotto i piedi e
che noi stupidamente calpestiamo. Non sono le cause inevitabili della crisi.
Sono solo il risultato del non volere abbandonare il passato. O di cercare
futuri che sanno solo di passato: la competitività, l’internazionalizzazione,
le rete di banalità.
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