"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

giovedì 26 settembre 2013

L’insostenibile peso delle imprese istituzioni

di
Francesco Zanotti


Sarà una delle prossime manifestazioni della crisi.
Piano piano sta emergendo che molte grandi imprese, soprattutto non industriali, si considerano istituzioni. Non sentono il bisogno di ridisegnare il loro futuro strategico. E lo dimostra il fatto che i loro Progetti Strategici sono solo budget economico-finanziari.

Il caso Alitalia è esemplare. Scrivevo più di un anno fa su questo blog:
“Ricordo i tempi in cui CAI ha comprato Alitalia. Avevo intravisto il documento che spiegava/giustificava l’operazione Alitalia: era definito “Information memorandum” … Sì, lo so che è l’espressione che si usa nel mondo della finanza … Ma “nomina sunt consequentia rerum” … Definire in questo modo un progetto di acquisizione dichiara, implicitamente, che si considera principalmente l’aspetto finanziario dell’operazione. E si ha la netta sensazione che la dimensione strategico organizzativa dell’operazione passi in secondo piano.”.
Naturalmente tutte le previsioni di produzione di utili e di cassa sono state completamente disattese. Sarebbe stato possibile prevedere che le previsioni non erano attendibili? Certamente sì! Bastava esplicitare il posizionamento strategico. Purtroppo il concetto di “posizionamento strategico” (strategico, non solo competitivo) era completamente sconosciuto a chi ha redatto l’Information Memorandum.

Il caso Telecom è esemplare da sempre.
Nel 1999 (cioè una vita fa) Milano Finanza mi pubblicava una lettera aperta (scritta insieme a Danilo Molaschi) indirizzata al dott. Bernabè dove gli chiedevo di specificare quale sarebbe stato l’impatto del “riposizionamento” dell’azienda (che intendeva fare) sui flussi di cassa. Ovviamente non ottenendo risposta: solo una imbarazzata telefonata di cortesia che auspicava un incontro che, altrettanto ovviamente, non c’è mai stato. In questo caso mancava la risposta anche ad una domanda “finanziaria”: sui flussi di cassa futuri.
Due anni fa ho inviato una prima individuazione del posizionamento strategico Telecom a qualche azionista privato. Sempre ovviamente senza ottenere risposta. Ed allora mi sembra giusto renderlo pubblico (è disponibile qui). Si vedrà che già due anni fa si evidenziava chiaramente ad ogni analista in possesso dello stato dell’arte delle conoscenze di strategia d’impresa l’esigenza di un ridisegno strategico organizzativo di cui nessuno si è occupato. E si vedrà che in quel documento si prevedeva cosa sarebbe successo se la riprogettazione strategica non si fosse attuata.

Vi saranno altri casi. Il caso più eclatante sarà quello delle banche che scopriranno che la loro attuale incapacità di valutare progetti di sviluppo strategico organizzativo ha fatto sottovalutare loro le reali sofferenze, hanno impedito loro di suggerire cambiamento strategico organizzativo, quasi sedute sulla sponda del famoso fiume a veder scorrere i cadaveri delle imprese.


La somma di tutti questi casi sarà a carico dei risparmiatori italiani.

Nessun commento:

Posta un commento