di
Francesco Zanotti
Sul Sole 24 Ore in edicola il 1° maggio Antonio Gozzi (Presidente di Federacciai) commemora Emilio Riva da poco scomparso. Ne racconta i successi e l’amarezza profonda per come questi successi si sono trasformati in quella che Riva riteneva essere una vera e propria persecuzione.
Ovviamente
il massimo rispetto sia per l’uomo che per l’imprenditore. Ma la sua storia (la
gloria e la caduta) mi sembra un ologramma della storia del nostro sistema
imprenditoriale.
E’ importante
capire le ragioni che hanno causato la caduta per eliminarle e tornare a costruire
sviluppo. Le ragioni attengono all'insufficienza delle risorse cognitive (degli
imprenditori e, generalizzando, di tutta una classe dirigente), la soluzione
consiste nel fornire nuove risorse cognitive agli imprenditori e a tutta la classe
dirigente.
Mi
spiego. Quando una impresa ha successo, significa che l’imprenditore è riuscito
a sviluppare un Progetto di Futuro nel quale si sono riconosciuti (e, quindi,
hanno accettato di partecipare a realizzarlo) un vasta coalizione di persone ed
attori, interni ed esterni all'impresa. Per sviluppare questo progetto l’imprenditore
ha usato tutte le risorse cognitive di cui disponeva “spontaneamente”. Un
insieme di modelli per leggere e comprendere le persone, i mercati e la
società.
Ora,
il mondo non si ferma. Le persone, i mercati, la società cambiano. Meglio:
evolvono. Purtroppo le risorse cognitive dell’imprenditore, no! E non è colpa
sua. Non esistono sforzi né del Pubblico né del privato, per consentirgli di,
continuamente, aumentare le armi cognitive di cui dispone per fare evolvere il
suo progetto insieme alla società. Di più: per diventare il motore di sviluppo della
società. Per far sì che il suo progetto sia costantemente un ologramma “etico
ed estetico) della società futura.
Ed allora
l’imprenditore non riesce neanche a vedere i cambiamenti delle persone, dei
mercati delle società come occasione preziosissima di evoluzione del proprio
Progetto di Futuro. Se ne accorge solo quando questi si manifestano come minacce
al suo progetto originario di impresa. E la sua reazione è difensiva (qualche
volta aggressiva), fino alla disperazione.
E’ un
grave delitto perpetrato da tutti coloro che dovrebbero garantire all'imprenditore
un continua possibilità di aggiornamento di “modelli di pensiero”. Soprattutto
di quei “modelli di pensiero strategico” che sono le conoscenze e le
metodologie di strategia d’impresa.
Il
delitto è perpetrato con una aggravante: si spinge l’imprenditore ad una
visione “minimalista” della conoscenza. Non gli si dice che la conoscenza è una
miniera di modelli di pensiero che sono la sua arma progettuale fondamentale
per costruire il futuro. Gli si dice che la conoscenza nobile proprio perché è
esterna all'impresa. Che deve sponsorizzare per farsi perdonare il fatto che
guadagna.
Il
Cavalier Riva non si è dotato (soprattutto per colpa di coloro che avrebbero
dovuto aiutarlo a farlo) delle risorse cognitive adatte a fare evolvere il suo
progetto industriale. E così, piano piano, esso è diventato estraneo sia alla
natura che alla Società.
Amici,
la via dello sviluppo è solo è soltanto la via della conoscenza. La via dello
sviluppo delle imprese è nell'utilizzo, a fini progettuali, delle più avanzate
conoscenze e metodologie di strategia d’impresa.
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