"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

giovedì 28 maggio 2015

Ma di che impresa è la strategia di cui si parla?

di
Francesco Zanotti

Ricopio dal Sole24ore di oggi un brano del resoconto che una giornalista (Laura Galvagni) fa della strategia di una grande impresa, appena annunciata. Provate a leggere il testo e cercate di capire di che impresa si tratta. O, almeno, in che settore opera.

L’impresa XY deve conoscere i bisogni del Cliente e per farlo deve incrementare il tasso di dialogo e di confronto … (è di ieri la notizia che il gruppo sta trattando in esclusiva per l’acquisto di My Drive Solution, società specializzata nella profilazione dei clienti). Ciò può avvenire solo a fronte di cruciali investimenti in tecnologia utili anche a disegnare un nuovo portafoglio prodotti che vada incontro alle esigenze del mercato e dell’azienda. Il Gruppo ha messo in agenda da qui al 2018 1,5 miliardi di investimenti. Spesa che intende finanziare grazie al rigore che continuerà ad imporre sui costi, sono previsti 250 milioni di euro di risparmi l’anno, e con il contributo della cassa che verrà prodotta. Cassa che maturerà anche grazie alla ristrutturazione del portafoglio prodotti”.

Scommetto che non siete riusciti a capire né l’impresa né il settore.
Infatti si tratta di una strategia così generica che (salvo l’ammontare degli investimenti) va bene anche per il ristorante che sta al piano terra del palazzo da cui sto scrivendo questo post.
Poi parliamo di una crisi che ha colpito noi persone di buona volontà. La nostra è una crisi di banalità. E’ la nostra banalità che genera noia e, quindi, appunto, la crisi.


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