di
Francesco Zanotti
Il falso in bilancio è oggi argomento di
dibattito. Prevalgono gli accenti politici (serve a colpire il mio nemico
politico?) o giustizialisti (finalmente i cattivi privilegiati la pagano), ma è
giusto che se ne parli.
Occorrerebbe, però, perché è molto più grave, parlare
anche di un altro “reato”: la povertà in Business Plan.
“Reato” solo etico perché sarebbe follia pensare
davvero di usare la leva penale per stimolare la creazione di Business plan
alti e forti. Ma reato gravissimo. Disporre di un Business Plan burocratico o
non averne punto è la via migliore (in una società in rivoluzionario
cambiamento) per tarpare le ali al futuro.
Anche una impresa disastrata può essere rimessa
in piedi. Ma una impresa che dice, implicitamente o esplicitamente, di voler
rimanere ancorata al suo passato, certamente non avrà futuro.
Se, poi, l’impresa è grande e importante ad
avere Business Plan banali, allora il danno non è solo verso gli azionisti, ma
verso tutta la collettività. Se, infine, l’impresa è quotata, allora si tratta
di una vera e propria “truffa etica”. Davvero non facciamo intervenire il
penale, ma gli azionisti dovrebbero smetterla di pagare stipendi alti e forti a
manager che sanno produrre solo Business Plan banali e debolissimi.
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