per aumentare significativamente la tutela degli investitori/risparmiatori riteniamo che quello che si fa e si pensa di fare oggi sia solo necessario, ma in nessun modo sufficiente.
La ragione, in estrema sintesi, è che il sottostante (cioè le imprese) dei titoli azionari o obbligazionari si modifica nel tempo, evolve.
Ci lasci spiegare utilizzando il caso di un prestito obbligazionario.
Supponiamo che siano disponibili, per ogni emissione di titoli obbligazionari, i prospetti informativi più completi e loro sintesi così efficaci da permettere al risparmiatore/investitore di avere una visione precisa sia della solidità che dei rischi dell’impresa che ha emesso titoli.
Questi strumenti non bastano. La ragione è che essi parlano solo del presente dell’impresa emittente. Il problema è che non sarà l’impresa presente, ma l’impresa futura a pagare le cedole e restituire il capitale all’investitore/risparmiatore.
Allora sono necessari prospetti informativi che propongano una valutazione di quello che potrà essere il futuro dell’impresa.
Ora, il futuro di una impresa dipende dalle azioni che vuole intraprendere. Queste sono descritte, e possono essere descritte, nel suo Progetto Strategico; da questo dipenderà il suo futuro. Detto in altri termini: il futuro di un’ impresa dipende quasi esclusivamente da ciò che l’impresa intende fare (come descritto nel Progetto Strategico),ma di questo non si parla e non si chiede conto. Dipende molto meno, soprattutto di questi tempi, da quello che ha già fatto, di cui invece si racconta fin troppo (i vari prospetti).
Se questo è vero, allora, occorre valutare la qualità del Progetto Strategico e fornire ai investitori/risparmiatori questo giudizio.
Operativamente, è necessario che le imprese che emettono titoli obbligazionari formalizzino il loro Progetto strategico in un Business Plan. E che a questo Business Plan sia assegnato un Rating che parla della sua completezza (se le previsioni sono giustificate) e della probabilità di che venga realizzato.
Il Rating del Business Plan è lo strumento che permette all’investitore/risparmiatore di valutare quella che possiamo definire la “solidità futura” dell’impresa.
Parlare del Rating di un Business Plan non è esprimere un auspicio. Noi da quattro anni assegniamo un Rating ai Business Plan delle Società quotate agli indici FTES Mib e Italia Star di Borsa Italiana. E scriviamo un rapporto che viene ripreso dalla stampa economica più qualificata.
Abbiamo verificato la potenzialità valutativa del Rating del Business Plan proprio nel caso di Banca Etruria. Nel 2013 abbiamo assegnato (31 maggio 2013) il Rating Progettuale del Business Plan del Business Plan di Banca Etruria del 2012.
Il Rating assegnato era il più basso rispetto a quelli delle altre banche. Poi si evidenziava chiaramente la carenza di quelle competenze di strategia d’impresa che permettono di passare da valutazioni degli affidamenti in termini relazionali a valutazione in termini di posizionamento strategico attuale e prospettico delle imprese affidande. Da ultimo rilevammo un totale disinteresse a qualunque innovazione negli strumenti e nelle conoscenze strategico-organizzative che consentono di concepire, prima, ed esprimere, poi, un qualsiasi progetto di futuro. Era dunque chiaro già dal Rating del Business Plan di Banca Etruria che l’istituto non essendo interessato e capace di esprimere un proprio progetto di futuro… un futuro non ce l’aveva!
Questa nostra proposta è una lettera aperta pubblicata sul nostro blog e che invieremo a tutti gli stakeholder più rilevanti del nostro sistema finanziario perché vogliamo attivare un dibattito che abbia come riferimento la sostanza dei titoli (le imprese sottostanti) e il loro futuro.
E’ l’unico modo di riconciliare economia e finanza e, quindi, tutelate nella sostanza investitori e risparmiatori.
Ci farebbe molto piacere una sua risposta da pubblicare sul nostro blog.
Nessun commento:
Posta un commento