di
Francesco Zanotti
Si dice che sia la finanza
“strana” (derivati) il vero colpevole della crisi finanziaria e, quindi, della
crisi globale successiva.
Ora, al di là della
osservazione che la crisi della finanza “complicata” è solo una delle manifestazioni
di una crisi più complessiva (una vera e propria ecologia di crisi), vorrei
provare a capire cosa ha generato la crisi di questa finanza.
Basta conoscere la
teoria dei sistemi autopoietici per averne una visione chiara. Non si tratta di
regole insufficienti o di mancanza di etica: si tratta di inevitabilità
sistemica ...
Se, invece, le operazioni
della finanza rimangono all’interno della finanza stessa, allora il “valore”
prodotto perde ogni suo riferimento esterno. Le operazioni finanziarie
(creazione di derivati ad esempio, scambio degli stessi) che si susseguono
producono sempre, inevitabilmente, nuovo valore. Visto dall’esterno del sistema
finanziario, però, il fenomeno appare come la creazione di valore fittizio. Prima
o poi chi sta fuori e che ha fornito le risorse per avviare questo processo di
crescita autoreferenziale dice “vedo”. Cioè: cari finanzieri trasformate questo
valore che dite di aver prodotto in moneta spendibile all’esterno del sistema.
E qui casca l’asino perché quel valore si squaglia come neve al sole. Non esiste
la moneta corrispondente a quel valore.
Se la causa delle
bolle è l’autoreferenzialità del sistema finanziario, cioè il fatto che la
maggior parte delle operazioni del sistema avvengono al suo interno, allora non
c’è regolazione ed etica che tengano. Occorre che le operazioni finanziarie si
rivolgano sempre all'esterno.
A meno che … A meno
che non si decida di considerare il valore prodotto all’interno della finanza,
valore “reale”. E per assegnare questa patente di realtà si batte la moneta
corrispondente a questo valore prodotto. Ma nel caso si decidesse (socialmente,
non direttivamente) di percorrere questa via: perché battere moneta solo a
fronte della produzione di titoli e non anche di fronte alla produzione di
conoscenza?
Immaginate: una
società che produce continuamente nuova conoscenza e nuova arte. Chi avrebbe il
coraggio di parlare di bolle di conoscenza ed arte?
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