di
Francesco Zanotti
La società
industriale ha aperto un Vaso di Pandora al contrario. Un vaso che sta
spargendo intorno a noi immense risorse di futuro: domande, conoscenze,
opportunità.
Sono così tante,
splendide e promettenti che lasciano attoniti.
Proviamo a
discernere qualche stilla tra queste praticamente infinite risorse.
La voglia di nuovi prodotti e servizi.
Le persone nelle società
occidentali cominciano a stufarsi (quasi affetti da una noia da abbondanza) dei
prodotti e servizi che propongono le imprese che in questa società sono nate e
prosperano. Il caso archetipale è quello dell’auto che dovrà subire non solo
una evoluzione tecnologica, ma anche la sua funzione d’uso dovrà cambiare
radicalmente.
Le persone delle società in via di
sviluppo non sono ancora affette da noia da abbondanza, ma sta diventano
evidente che i loro bisogni igienici, per mille ragioni, non potranno essere
soddisfatti attraverso i prodotti e servizi tipici della società industriale.
Tra queste ragioni ve ne sono anche di molto “hard”. Ad esempio: la carenza
delle materie prime e delle immense quantità di energia necessarie a produrre i
manufatti tipici della società industriale
Ma quali nuovi prodotti e servizi?
Un grande domanda che apre un grande spazio progettuale.
I primi prototipi di nuovi manufatti.
In ogni dove si sta cominciando a
costruire prodotti “morbidi”. Innanzitutto polifunzione, poi componibili a
desiderio dell’utilizzatore e quasi dolci a tatto. Immaginiamo il camminare in
questa direzione. Prendere in mano uno dei prodotti della società industriale è
come prendere in mano un oggetto eterogeneo alla mano: freddo, spigoloso duro.
Immaginate di prendere in mano, invece, oggetti caldi, senza spigoli e morbidi.
Il prenderli in mano diventa molto simile allo stringere la mano di un uomo o
della natura per compiere insieme passi nella Storia.
Nuove modalità di produzione.
Parallelamente ai primi vagiti dei
nuovi prodotti, e non a caso, stanno nascendo nuove modalità per produrli e per
generare l’energia che serve ai processi produttivi. Sistemi di fabbricazione
“locale”, al limite “casalinghi”. Si pensi solo alle stampanti 3d che, in
qualche modo, permettono a tutti una artigianalità spinta. Fatta soprattutto di
fantasia, inventiva passione perché la competenze manuale è affidata agli
stessi sistemi di fabbricazione locali che contengono anche la necessaria
intelligenza ingegneristica.
Nuovi materiali e nuove tecnologie
Credo che non sia necessario
dettagliare quali nuovi materiali e quali nuove tecnologie perché se ne sta
parlando diffusamente. Forse è il caso di dire che queste nuove tecnologie e
questi nuovi materiali permettono davvero di immaginare i manufatti e le
modalità di produzione che ho provato a descrivere.
Il desiderio e la necessità di un nuovo patto con la Natura.
Se percorrete il pezzo di
autostrada che da Milano va a Bergamo potete avere una percezione “fisica”
della estrema eterogeneità tra la natura artificiale costruita dalla società
industriale e la Natura. E’ una eterogeneità che non ci piace: cerchiamo la
Natura “vera” appena possiamo. E’ anche una eterogeneità che non è più
sostenibile: la natura artificiale sta diventando così invasiva che sta
distruggendo il tessuto stesso (l’ecologia) della Natura.
Il vecchio patto tra l’uomo (uomo
solo Faber) e la Natura vera (l’uomo costruisce una natura artificiale, usando
la Natura come materia prima e deposito rifiuti) sta diventando
distruttivamente predatorio.
E’ necessario, allora, costruirne
un nuovo patto (tutto da immaginare) tra Uomo e Natura. Che non può essere il
banale costruire una società artificiale “sostenibile”, ma che deve costruire
un cammino di co-evoluzione tra Uomo e Natura.
Nuovi attori economici.
Il modello della monolitica
impresa industriale orientata all’efficienza ed al profitto sta lasciando il
posto a nuovi soggetti ed a nuove logiche: dal no profit, alla scoperta di
nuovi tipi di valori, alla partecipazione non concessa, ma necessaria.
Nuovi movimenti.
I tradizionali attori politici,
monopolisti del gioco democratico, stanno lasciando il posto a galassie
evolutive di movimento nei quali si maturano gli ologrammi della società
futura.
La disponibilità di nuove conoscenze.
A “fondamento” (strumento per
pensarle, parlarne, coagularle nel progetto di una nuova società) di tutte le
risorse di futuro vi è lo sviluppo di una vera e crescente ondata di nuove
conoscenze.
Partendo dal profondo (visto che
si sta parlando di “fondamenti”): sta emergendo una nuova scienza che propone
una visione del mondo completamente diversa da quella della scienza classica.
Una visione del mondo costruttiva, comunitaria, dal sapore molto più umano e
profondo. Una nuova scienza capace di rompere quel dualismo con le scienze
umane che ha caratterizzato la scienza classica. Una scienza che costruisce
conoscenza come opera d’arte e lascia immaginare nuovi percorsi di creazione
della conoscenza e della realtà che permettano di costruire la nuova società
prossima ventura come una vera e propria opera d’arte sociale.
Tutti questi segni di futuro sono
tutte risorse per costruire un nuovo mondo.
Ma noi non le vediamo. Invece di
lasciarsi guidare da loro per costruire un nuovo mondo ci crogioliamo nel
guardare la crisi di quello vecchio. Ci rammarichiamo perché non funziona più e
cerchiamo disperatamente di aggiustarlo.
Ma il vaso di Pandora al contrario
non smette di sommergerci di segni di futuro … Ed è chiaro che questi segni di
futuro chiedono ed offrono una nuova società. E si trasformano in minacce
sempre più intense per il vecchio mondo.
Perché siamo così autolesionisti?
Perché non vogliamo guardare quel
vaso che erutta futuro? Aspettiamo forse che il futuro sia uscito completamente
per trovare nel fondo quella speranza che ci permetterebbe di vederlo? Attesa
vana: la speranza sta uscendo insieme ad ogni soffio di futuro … quando il vaso
sarà oramai vuoto ci saremo persi sia il futuro che la speranza per guardarlo.
Lo siamo a causa del fatto che né conosciamo
né utilizziamo la nuova visione del mondo e la nuova scienza che sono le
risorse che stanno generando gli altri segni del tempo futuro e che ci possono permettere
di trasformarli in cieli nuovi ed una nuova terra.
Ma, come possiamo smetterla di
voler a tutti i costi dimostrare che un bicchiere che si sta riempendo sempre
di più sia vuoto?
Semplice: dobbiamo smettere di
piangere e voler aggiustare il passato, dobbiamo avere fame di futuro, immergendoci
in quella nuova conoscenza che oggi trascuriamo, affaccendati a difenderci da
quella crisi che, in fondo, è generata proprio dal trascurare la nuova
conoscenza
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