di
Francesco Zanotti
Non sembra strana
questa domanda. Anche perché ha una risposta molto semplice: la realtà che
vogliamo. Possiamo costruire la realtà che vogliamo. E’ che vogliamo tenerci la
realtà del passato e non abbiamo alcuna idea della realtà del futuro. Ed è
questo il vero problema, ma andiamo con ordine.
Ho letto domenica sul
Sole 24 Ore un fondamentale articolo di Marco Fortis dal titolo “Anche l’Italia è datripla A”.
Egli propone un punto
di vista per guardare alla solidità finanziaria di un Paese, in modo
“alternativo”, molto semplice e, secondo me, molto convincente. Egli sostiene
che è innaturale usare il rapporto debito PIL per giudicare la solidità
finanziaria di uno Stato. Il debito va, innanzitutto, commisurato al
patrimonio. Occorrerebbe, quindi, considerare il rapporto “Debt/equity”.
Poi fa due calcoli,
anche usando uno studio del Boston Consulting Group, considerando il
debito aggregato di famiglie, imprese e Stato. La prima osservazione è che l’Italia
ha il secondo aggregato di debito più piccolo dopo la Germania. Cioè siamo il
secondo Paese (tra quelli industrializzati) meno indebitato del mondo e già questa
è una scoperta non da poco.
Ma poi propone una
domanda: quanto occorrerebbe prelevare dai conti dei cittadini che abbiamo
depositi superiori ai 100.000 Euro per fare scendere il debito al 180% del PIL.
E, qui, si scopre che l’Italia è anche uno dei Paesi più ricchi, considerando
anche solo la liquidità. Perché, se poi si considerassero la altre voci
patrimoniali (patrimonio immobiliare, artistico e naturale), si scoprirebbe che
siamo di gran lunga il più ricco.
Conclusioni ..
Tante. La prima di
sollievo: ci hanno detto che eravamo sull’orlo del fallimento ed invece
scopriamo che siamo tra i Paesi più ricchi. Il più ricco, in fondo.
La seconda è
preoccupata: ma perché il Governo non prende atto di questa realtà e, invece,
di chiedere sacrifici non usa questo giudizio di ricchezza per attrarre
investimenti nel nostro che è uno dei debiti più sicuri del mondo?
La conclusione di
sintesi è quella che ho proposto all’inizio. La realtà economica e sociale ha
mille sfaccettature. Chi sostiene di avere il punto di vista “vero” dice una
sciocchezza, soprattutto scientifica. Forse non lo fa in malafede … Ma, forse,
pensandoci, è anche peggio se lo fa in buona fede perché della difesa di un
punto di vista sciocco ne farà una guerra etica.
Di fronte ad una realtà
dalle mille sfaccettature è necessario capire che tutte questa sfaccettature
sono potenzialità in divenire, con le quali possiamo costruire la realtà
economica, sociale, politica, istituzionale e culturale che vogliamo. Possiamo
costruire una società opera d’arte.
Allora un preciso
suggerimento: perché il Governo non avvia un intenso processo di progettazione
sociale di una nuova società in tutte le sue componenti? Perché non avvia la
costruzione sociale di un Progetto paese?
E i soldi? Si faccia
come gli imprenditori saggi fanno con i direttori finanziari: io disegno il
futuro, tu trova i soldi che servono per farlo. Si cerchi e si costituisca un
Governo Progettuale. E poi i tecnici facciano da direttori finanziari. Se lo sanno
fare …
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