di
Francesco Zanotti
Le azioni nei confronti
del mercato e del più generale ambiente sociale, politico e culturale vengono
decise, da parte di una organizzazione (economica o non), in base a ragioni
“interne”. Vengono attivate quando l’organizzazione lo ritiene più opportuno. E
questo modo di procedere sembra naturale: che cosa c’è di sbagliato nel fatto che una
organizzazione decida di fare azioni importanti verso l’esterno solo quando è
“pronta”? Quando, ad esempio, tutte le caselle dell’organigramma sono a posto?
C’è di male il fatto che
i tempi di sistemazione dell’organigramma dipendono dai processi negoziali
interni che vivono in una dimensione del tutto autoriferita. Sono una continua
battaglia di posizione che può anche prolungarsi nel tempo …
Il risultato è che si
viene sorpresi dall’ambiente che bussa alla porta dell’organizzazione quando
non si sente ascoltato. E, quando bussa, lo fa sempre violentemente. Si palesa
all’organizzazione come minaccia, crisi.
Tanto più una
organizzazione è grande, tanto più la prevalenza delle beghe interne è assoluta
e tanto più questa stessa organizzazione sarà sorpresa, sempre negativamente,
da eventi esterni che sarebbero stati gestibilissimi se non si fosse aspettato che
bussassero alla porta con la faccia truce della minaccia.
La via per non essere
sorpresi da minacce, ma per vivere in un mondo di potenzialità che possono
essere trasformate in opportunità, è quella di smetterla di guardare
all’interno. Di farsi strutturare l’organizzazione dal mondo, una
organizzazione funzionale al dialogo costruttivo col mondo.
Il processo di chiusura
auto referenziale che ho descritto non vale solo per le organizzazioni in senso
stretto: vale per ogni sistema complesso.
Vale per un settore
industriale che si lascia immischiare in drammatiche dinamiche competitive,
dimenticando di guardare fuori dal gioco competitivo per scoprire potenzialità
di divenire diverse ed ancora inesplorate.
Vale per la costruzione
dell’Europa. Il tipo di Europa che sta nascendo è il frutto di compromessi
negoziali interni che impediscono di guardare cosa accade nella società
europea e mondiale. Così aumenta sempre di più la probabilità di farsi cogliere
da crisi devastanti.
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