di
Francesco Zanotti
Da quando mi occupo di
finanza (oramai dalla metà degli anni ’80) il Caso Generali è sempre stato al
centro dell’attenzione. E questa attenzione si è sviluppata con una logica
senza tempo: sempre gli stessi discorsi. Sempre la stessa attenzione al potere.
E’ che fino alla fine del secolo chi cercava di mantenere un equilibrio di
potere nella finanza e nell’industria si chiamava Enrico Cuccia. Oggi ci sono
gli eredi, che sono il parallelo degli eredi dei politici della prima
repubblica e che giocano ancora lo stesso gioco. Il giuoco che vedevano fare
dai loro capi (finanziari o politici) e che ora cercano di giocare in prima
persona non avendone la statura e non essendo più quel tempo. Ed allora oggi
tutto diventa tragicomico.
Non abbiamo alcun
equilibrio da mantenere, abbiamo tutto da ricostruire. Non servono alchimie di
potere, ma slanci etici e progettuali …
Invito il lettore a
fare una prova. Greco avrà sostituito Perissinotto per gestire ovviamente in
modo diverso la Compagnia. Bene andate a vedere se il Progetto d’Impresa (che
si chiamerà: Piano industriale) delle Generali cambia radicalmente. Cercatelo
ed andate a leggerlo. E’ probabile che troverete qualcuno
degli slogan che vanno di moda: poca finanza, competitività, riduzione dei
costi. E’ difficile che troviate un grande progetto come potrebbe essere la
proposta di un nuovo sistema di welfare. E’ anche difficile che troviate un
piano industriale scritto usando gli standard internazionali, suggeriti dalla
cultura strategica. Pronto ovviamente (e felice di farlo) se fossi smentito dai
fatti futuri …
Forse c’entra anche il
fatto che Cuccia leggeva Kant …
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