"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

giovedì 7 giugno 2012

Io, Giovanni, un po’ scettico. Sto rimuginando …


di
Francesco Zanotti

Sono arrivato presto in azienda. Il mio ufficio è all’interno del capannone, sopraelevato con le pareti di vetro. Riesco a vedere contemporaneamente il Sole 24 Ore sul mio tavolo e le macchine, le materie prime, i prodotti che stanno nel capannone. E’ presto non c’è ancora la mia gente.
Guardo contemporaneamente e negli articoli “importanti” del  Sole 24 Ore non vedo quasi nulla che riguardi la mia impresa. Io sono felicissimo che si salvino le banche, che si faccia un fondo salva Stati, che il nostro Stato funzioni meglio … Si che lo Stato funzioni meglio mi interessa, se funziona male qualche guaio me lo crea …
Ma il mio problema va al di là di tutto questo. Continuerà a rimanere anche se lo Stato funzionerà benissimo e ci saranno tutte le altre bellissime cose che tanti espertoni auspicano. Tra poco arriverà la mia gente, guarderanno su verso di me e si attenderanno delle proposte per il futuro. Certo, prima di tutto la certezza che anche questo mese pagherò lo stipendio. E io dovrò andare in banca a battere cassa, perché oggi non aspetto pagamenti. Meglio: li dovrei ricevere, ma so che chi mi deve pagare non ce la farà a farlo. Dovrò andare in banca e, purtroppo, cominciare col dire che qualche fattura che mi hanno scontato verrà pagata in ritardo … E se dovessi essere proprio trasparente dovrei dire che non so se verrà pagata. Porterò qualche altra fattura che contiene sconti e allungamenti dei tempi di pagamento. Ma forse la banca non sarà troppo fiscale … e mi darà soldi per pagare gli stipendi. Forse, però, i miei fornitori non riuscirò a pagarli … Ed altri Giovanni dovranno andare dalla sua banca per colpa mia …

Ma gli espertoni mi garantiscono che se si faranno tutte le cose che dicono dover essere fatte poi i mercati ripartiranno. Mi si chiede di tenere duro. Lo si chiede a me e, devo essere onesto e riconoscerlo, lo si chiede anche alle mie banche … Ma per quanto tempo? E se le cose che si suggerisce di fare non si faranno? E se si faranno in ritardo? Ma … pensandoci bene voi “espertoni” che ne sapete di cosa vuol dire “in ritardo” per me?

Rimugino tutte queste cose e rivado con la mente al passato … Avevo quasi la fila fuori dalla porta, le condizioni di pagamento erano quelle che dicevo io. Se qualcuno pagava in ritardo lo depennavo dalla lista dei Clienti … Beh, oggi ammetto di essere meno esigente … Mio figlio, crudelmente, mi ha detto “Papà, oramai lo strumento per valutare un cliente è: basta che respiri …”. Forse pensava di essere crudele, ma non lo è stato, perché non sa tutta la verità. In realtà mi capita anche di dare merce ad un cliente che so che fa finta di respirare. Ma mi permette di emettere una fattura che la banca, forse, mi sconterà.

Ma perché il presente è così diverso la mio passato? Ancora una volta gli espertoni mi danno risposte “precise”: è l’aumento della competizione, generato dalla globalizzazione. Occorre diventare più competitivi, più produttivi … Mi suona male. Ma poi anche i miei concorrenti diverranno più competitivi ed io dovrò diventarlo sempre di più … ma che significa più competitivi? Non è che finiremo tutti in una battaglia di prezzo che ci ucciderà tutti? Il massimo di speranza che mi si lascia è quello di riuscire a sopravvivere sempre più stentatamente? E la mia gente? Ne dovrò lasciare a casa sempre di più per diventare più produttivo? Oppure dovrò farli lavorare di più, ma per riempire magazzini ed aumentare un capitale circolante che non verrà ma più ... fatto circolare?

Ragazzi, c’è qualcosa che non va in questo ragionare di “espertoni”.
No, a me viene un altro sospetto. E se il sospetto è vero, allora mi viene in mente la soluzione.
Oh, ma scusate sta entrando in ufficio, Giovanni, il mio Capo officina … Ma come, si chiama anche lui Giovanni? Eh sì … E, poi, anche se non si chiamasse Giovanni, non servirebbe avere lo stesso nome per dire che siamo proprio uguali nella speranza, nel destino, nelle paure …
Provo a raccontare a lui i miei dubbi, i miei sospetti e la soluzione che ho in testa. Poi racconterò tutto a voi …

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