di
Francesco Zanotti
Mi ritorna tra le mani il Sole24Ore di qualche giorno fa (6 novembre). In particolare, un articolo di Antonella Olivieri. E mi sembra sorprendente: non so se volutamente o meno, descrive una situazione che dire confusa è usare un eufemismo. Con buona pace di noi tutti stakeholder di Telecom.
Ecco
una ricostruzione della confusione.
Esiste
un Piano Strategico ed è quello di Patuano, come dice l’articolo. ll titolo
dell’articolo è, invece, “Telecom, ecco il contropiano di Fossati”. Se poi se
si legge l’articolo si scopre che il contropiano di Fossati è quello di
affermare che è necessario un Piano Strategico. Per far questo si è affidato ad
una società di consulenza della Florida (FTI Consulting) che non è esperta nel
redigere Piani Strategici, ma nell'organizzare battaglie tra gli azionisti. Se
poi guardate nel sito della società, l’ultimo aggiornamento della voce “strategia”
è dell’8 agosto scorso. Ma e il Piano di
Patuano, dove è?
Vediamo
come si potrebbe mettere ordine.
Telecom,
come e più di altre società, ha bisogno di un innovativo progetto di Futuro. Un
Piano Strategico alto e forte. Per farlo è necessario usare le migliori
conoscenze e metodologie di strategia d’impresa. E questo non accade. Gli Autori del Piano, perché abbia successo,
devono essere tutti gli stakeholders in una ideale alleanza progettuale. E anche
questo non accade. Accade, invece, una lite tra azionisti dove uno sostiene che
vuole vincere per fare un Piano Strategico del quale non si sa assolutamente
nulla perché il suo consulente è esperto in liti tra azionisti …
Davvero
non ci siamo.
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