di
Francesco Zanotti
Stamattina sul
Sole24Ore, a firma Morya Longo, ho trovato un pregevole articolo sulla futura
sfida dei minibond. Ma devo dire che in quel ragionamento manca un “pezzo”.
Decisivo.
Il problema oggi
è, forse, anche il credit crunch, ma alla origine ve ne è un altro ancora più
profondo. E se non si risolve quello, potremo fornire tutto il credito che
vogliamo, in tutte le forme che vogliamo, ma lo bruceremo sull'altare della
conservazione.
Il problema è
quello che abbiamo descritto nel post di qualche giorno fa nella lettera Aperta al Direttore generale della Banca d’Italia.
In quel post si propone
un nuovo scenario di rapporto tra le imprese e coloro che, a qualunque titolo
forniscono loro risorse finanziarie: una sfida progettuale. La sfida è sulla
qualità del progetto di sviluppo strategico che le imprese chiedono di
finanziare. Un progetto che occorre aiutare le imprese a sviluppare e che i
fornitori di risorse finanziarie devono imparare a valutare. Per far questo
occorre buttare sul tavolo un insieme di nuove “risorse cognitive” che sono
costituite dalle conoscenze e metodologie di valutazione strategica.
La nuova
normativa sui minibond diverrà strumento di sviluppo reale solo se le imprese e
le banche, insieme, riusciranno a vincere questa sfida progettuale, valutativa
e cognitiva.
Riceviamo e pubblichiamo il commento del Dott. Morya Longo - autore dell'articolo cui facciamo riferimento - che ringraziamo:
RispondiElimina"Condivido in pieno: ovvio che i finanziamenti senza idee, progetti e contenuti non servono a nulla.
Buona giornata"