"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

domenica 17 novembre 2013

Minibond: una sfida progettuale, valutativa e, quindi, cognitiva.

di
Francesco Zanotti


Stamattina sul Sole24Ore, a firma Morya Longo, ho trovato un pregevole articolo sulla futura sfida dei minibond. Ma devo dire che in quel ragionamento manca un “pezzo”. Decisivo.
Il problema oggi è, forse, anche il credit crunch, ma alla origine ve ne è un altro ancora più profondo. E se non si risolve quello, potremo fornire tutto il credito che vogliamo, in tutte le forme che vogliamo, ma lo bruceremo sull'altare della conservazione.
Il problema è quello che abbiamo descritto nel post di qualche giorno fa nella lettera Aperta al Direttore generale della Banca d’Italia
In quel post si propone un nuovo scenario di rapporto tra le imprese e coloro che, a qualunque titolo forniscono loro risorse finanziarie: una sfida progettuale. La sfida è sulla qualità del progetto di sviluppo strategico che le imprese chiedono di finanziare. Un progetto che occorre aiutare le imprese a sviluppare e che i fornitori di risorse finanziarie devono imparare a valutare. Per far questo occorre buttare sul tavolo un insieme di nuove “risorse cognitive” che sono costituite dalle conoscenze e metodologie di valutazione strategica.

La nuova normativa sui minibond diverrà strumento di sviluppo reale solo se le imprese e le banche, insieme, riusciranno a vincere questa sfida progettuale, valutativa e cognitiva.

1 commento:

  1. Riceviamo e pubblichiamo il commento del Dott. Morya Longo - autore dell'articolo cui facciamo riferimento - che ringraziamo:
    "Condivido in pieno: ovvio che i finanziamenti senza idee, progetti e contenuti non servono a nulla.
    Buona giornata"

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