"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

mercoledì 15 ottobre 2014

Le sofferenze sono un problema di conoscenza … e di coscienza.

di
Francesco Zanotti


Oggi Fabio Pavesi sul Sole 24 Ore riferisce del Rapporto mensile di ABI.
Ovviamente parla di sofferenze in aumento. Ma anche del fatto che le banche fanno sempre più raccolta attraverso il risparmio che con i prestiti obbligazionari.
Allora, l’aumento delle sofferenze sarà destinato ad aumentare e di molto. La ragione è che i prestiti che le banche concedono oggi verranno rimborsati domani. Ma le banche li danno in base alla capacità di rimborso che le aziende hanno oggi e non hanno le conoscenze per capire quale sarà nel futuro la capacità di generare cassa nel futuro delle imprese. Di più: poiché le imprese da sole non riescono a rinnovarsi, le banche dovrebbero dare loro una mano nell'aumentare la loro capacità di progettazione strategica (chi se non le banche?). Ma per far questo hanno ancora meno competenze.
Ora aggiungete che i soldi che prestano arrivano sempre più direttamente dai depositi dei risparmiatori e vedete voi se non sarebbe il caso di dotare le banche delle conoscenze e delle metodologie che permetterebbero loro non solo di capire, ma anche di aiutare a progettare un nuovo futuro per le imprese. Se non lo facciamo, dobbiamo sapere che ne andrà di mezzo il risparmio. Come suggerisce il titolo: un problema di conoscenza che diventa un problema di coscienza.


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